Da ormai diversi anni c’è un boom dei cosiddetti “prodotti light” dal presunto potere “dietetico”. Meno grassi e meno zuccheri, certo, ma sono indicazioni sempre veritiere? A questo tema ha dedicato un’inchiesta Altroconsumo, che specifica in apertura di articolo: “Per ridurre il contenuto in zuccheri, grassi e/o calorie, i prodotti vengono opportunamente formulati. Poi, per evidenziarlo in etichetta, bisogna rispettare regole precise di etichettatura seguendo il Regolamento Europeo 1924 del 2006“. Come sono fatti dunque i prodotti light e come riconoscerli leggendo l’etichetta? E soprattutto, la riduzione di zuccheri o grassi comporta anche una riduzione delle calorie? Gli esperti precisano anche: “È bene dirlo subito, non è il ricorso a questi prodotti che permette di perdere peso“. Ma allora, cosa mangiamo? Scopriamolo insieme.
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Molti prodotti evidenziano in etichetta il fatto che hanno un basso contenuto in grassi (es. solo 1,5% di grassi), ma per farlo devono rispettare quanto indicato nel Regolamento Europeo relativo agli slogan in etichetta. Spiega Altroconsumo: “Secondo questo regolamento, un prodotto che vuole vantare in etichetta un basso contenuto di grassi non deve contenere più di 3 g di grassi su 100 g per i solidi o 1,5 g di grassi per 100 ml per i liquidi. Se invece sul packaging di un prodotto si vuole scrivere ‘senza grassi’, allora non deve contenere più di 0,5 g di grassi per 100 g o 100 ml“. Anche per i grassi saturi vale lo stesso discorso: “Un prodotto che vuole vantare in etichetta un basso contenuto di grassi saturi non deve contenere più di 1,5 g di grassi saturi su 100 g per i solidi o 0,75 g di grassi saturi su 100 ml per i liquidi. L’indicazione ‘a ridotto contenuto di grassi saturi’ può essere riportata se la riduzione è pari ad almeno il 30% rispetto a prodotti analoghi, come per i grassi”. Discorso a parte riguarda invece il latte e dei prodotti contenti latte: “In questo caso non si tratta di prodotti con delle formulazioni speciali, ma semplicemente sono prodotti in cui viene usato il latte scremato o parzialmente scremato al posto di quello intero”. Chiariti questi aspetti tecnici, capiamo invece cosa vuol dire “a basso contenuto di zuccheri”.
Spiega Altroconsumo che moltissimi prodotti ipocalorici prevedono la riduzione o l’eliminazione dello zucchero, e spesso la sua sostituzione – parziale o completa – con gli edulcoranti. Gli edulcoranti si dividono in due categorie: “Una è quella degli intensivi (aspartame, acesulfame K,…) che non apportano calorie e dei quali basta una piccola quantità per dolcificare: riducono l’apporto di zucchero, ma continuano a abituarci al gusto dolce. La seconda categoria è quella dei polioli (sorbitolo, mannitolo,…) che sono impiegati soprattutto in caramelle, gomme da masticare e prodotti da forno non solo per dolcificare ma anche per dare consistenza al prodotto”. A differenza degli edulcoranti intensivi, però, contribuiscono al bilancio calorico (2.4 kcal/g contro i 4 kcal/g del comune zucchero) e un loro consumo eccessivo può avere effetti lassativi. Come per i grassi, anche per gli zuccheri esistono delle regole di etichettatura:
– Per dichiararsi senza zuccheri, il prodotto deve contenere non più di 0,5 g di zuccheri per 100 g o 100 ml.
– Per dichiararsi senza zuccheri aggiunti, invece, il prodotto non contiene monosaccaridi o disaccaridi aggiunti o ogni altro prodotto alimentare utilizzato per le sue proprietà dolcificanti. Possono essere usati al loro interno, però, gli edulcoranti. Inoltre, se l’alimento contiene naturalmente zuccheri, l’indicazione da usare è: “Contiene naturalmente zuccheri”.
– Per riportare il claim “Meno zuccheri” o “A tasso ridotto di zuccheri” il prodotto deve contenere almeno il 30% di zuccheri in meno rispetto al corrispondente prodotto simile, o a prodotti analoghi.
Precisa Altroconsumo: attenzione ad interpretare bene i claim di questo tipo! “Senza zuccheri aggiunti, per esempio, non significa automaticamente che il prodotto sia “dietetico” ed abbia poche calorie. Inoltre, la riformulazione dei prodotti per contenere meno zuccheri, può comportare l’aggiunta di additivi, come i conservanti”. Allo stesso modo, “0% zuccheri aggiunti, non vuol dire che il prodotto sia ‘dietetico‘, ma semplicemente che il contenuto di zuccheri è minimo”. Altra precisazione: “Lo zucchero in prodotti come confetture, marmellate e conserve simili, ha anche la funzione importante di conservante”. Dove non c’è zucchero viene messo un additivo conservante, il sorbato di potassio. “In casi come questi, la riformulazione del prodotto per ridurre zuccheri e calorie, comporta l’aggiunta di additivi”. Oltre al riferimento ad un minor contenuto di zuccheri e grassi, in etichetta possiamo trovare anche il riferimento alle calorie. In particolare:
– a basso contenuto calorico: il prodotto contiene non più di 40 kcal/100 g per i solidi o più di 20 kcal/100 ml per i liquidi;
– a ridotto contenuto calorico: è consentita solo se il valore energetico è ridotto di almeno il 30 % rispetto a prodotti simili;
– senza calorie: può essere scritto in etichetta solo se il prodotto contiene non più di 4 kcal/100 ml.
A cosa prestare attenzione, quindi, quando si comprano questi prodotti light? Lo spiega Altroconsumo:
– Leggi la lista degli ingredienti confrontandola con la versione tradizionale: ti permette di capire che cosa è variato nella formulazione del prodotto, se sono presenti additivi e eventualmente quali;
– Controlla la tabella nutrizionale confrontando, con la versione tradizionale, i valori sia per 100 g sia per porzione. In questo modo si può scoprire, per esempio, che il pur vantaggioso 30% dei grassi in meno non comporta una uguale riduzione delle calorie finali;
– Attenzione al “senza zuccheri” (aggiunti). In questo caso ricordati che possono esser stati aggiunti edulcoranti, sconsigliati per i bambini sotto i tre anni di età e per le donne in gravidanza e in allattamento;
– Attenzione ai controsensi. Per alcuni mangiare “leggero” può essere la scusa per mangiare di più, azzerando così anche l’eventuale beneficio di questi prodotti. A maggior ragione se parliamo di alcuni prodotti, come le patatine light: avranno anche qualche grammo di grasso in meno, ma si tratta pur sempre di uno snack molto salato e il sale è proprio uno di quei nutrienti di cui è opportuno ridurre il consumo.