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Sciopero della scuola venerdì 15 novembre, lezioni a rischio in tutta Italia: le motivazioni

Pubblicato: 14/11/2024 11:07
Sciopero scuola 15 novembre

Venerdì 15 novembre è in programma un nuovo sciopero nazionale della scuola e dell’università dopo quello del 31 ottobre. Le lezioni saranno dunque a rischio in tutta Italia. Ad indirlo è stato il sindacato Anief con la motivazione di contrastare l’abuso dei contratti a temine.
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Anief ha lanciato anche una petizione allo scopo di rivedere l’età pensionabile e chiedere il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria. Gli istituti scolastici hanno già provveduto ad avvertire le famiglie degli studenti circa la mancata garanzia di alcuni servizi. Fatto che comporterebbe il rinvio a casa dei ragazzi.

Le motivazioni della protesta

“Lo Stato, nonostante una precisa procedura di infrazione, ha ridotto l’organico di ruolo e ha raddoppiato l’organico a tempo determinato perpetrato l’abuso dei contratti a termine. – attacca il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico – Ha nel contempo innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo superando persino la quota del 50% dell’organico over 50, a dispetto dell’alto tasso di burnout ravvisato nella categoria. È chiaro ed evidente che bisogna rivedere le regole sulle finestre d’uscita del personale scolastico che spesso ha titoli universitari che non sono riscattati per i costi onerosi nonostante siano necessari per accedere e svolgere la professione”.

Ad incrociare le braccia e scendere in piazza a protestare, oltre a docenti e personale ATA ed educativo, saranno anche alcune sigle studentesche, che manifesteranno con lo slogan “Vogliamo potere”. La protesta è indetta dall’Unione degli studenti, principale sindacato studentesco, e vedrà la partecipazione di altre associazioni. “Scendiamo in piazza, il 15 novembre, pochi giorni prima dalla giornata degli studenti, contro un sistema scolastico devastato da continui tagli ai fondi pubblici, dall’autoritarismo e dalla repressione che tende ad insinuarsi anche nei nostri luoghi del sapere e da una didattica che non pone al centro lo sviluppo del pensiero critico bensì una valutazione numerica”, si legge nel comunicato degli studenti.

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Ultimo Aggiornamento: 14/11/2024 11:17

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