Gli uomini antichi si ponevano dubbi amletici del tipo “Essere o non Essere”, oggi invece il problema è tenere o non tenere l’account. Parecchie persone vogliono rinunciare l’account X, quello che cinguetta: sono giornalisti, artisti, magistrati, politici, dotti e sapienti, ma pure ignoranti. Ecco costoro magari sarebbero giustificati. Perché quello che ci si dovrebbe chiedere è se era utile, congrua, saggia, indipendentemente da chi la possiede, una piattaforma nata con 140 caratteri ( oggi 280) che riduce tutto a semplificazione eccessiva. Quindi motti di spirito nella migliore delle ipotesi, ma soprattutto invettive, sberleffi, attacchi violenti, accuse infamanti, tutto crudo e sintetico. E l’analisi, la riflessione? Si fotta, a che serve poi in questi tempi di eiaculatio precox dell’intelletto, dell’incontinenza della mente, dell’impotenza culturale, della mancanza di sintassi e logos. Però è tutto uno scappare da Elon, il Lord Fenner del web, con le sue ingerenze negli affari di casa nostra, come se senza X questa già non fosse una casa micciola. Ma di questi tempi di vacche magre per una certa area culturale, che ha investito anni in politically correctly e cultura woke, il dire ho chiuso l’account è quasi il D-Day. Mentre ormai è chiaro che lo scivolamento della semplificazione ci porterà a parlare e ragionare di cose elementari a risposta predeterminata. Prendere o lasciare.,
Pubblicato: 15/11/2024 13:13