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Bari, tre ragazzini sparano e uccidono il clochard Nardev Singh: “Usato come bersaglio per provare la pistola. Ridevano”

Pubblicato: 16/11/2024 13:42

Tre giovani sono accusati di aver ucciso un senza fissa dimora, utilizzandolo come “un bersaglio per testare una pistola su una persona”. Il drammatico episodio è stato raccontato da Michele Vincenzo Guglielmi, 22 anni, che ha deciso di collaborare con gli inquirenti. Guglielmi, nipote di Paolo Natale Guglielmi, 21enne arrestato per l’omicidio del 38enne indiano Nardev Singh, ha spiegato che il fatto è avvenuto il 31 maggio in un casolare abbandonato a Ceglie del Campo, quartiere di Bari.
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Oltre a Paolo Natale, sono detenuti con la stessa accusa un minorenne e un neo-diciottenne, all’epoca dei fatti ancora minorenne. Guglielmi ha dichiarato di aver appreso dell’omicidio il giorno dopo, quando i tre aggressori gli hanno raccontato l’accaduto: «Paolo Natale aveva sparato due colpi per provare l’arma e verificare che fosse in grado di provocare danni seri».

L’acquisto della pistola e il movente

Secondo il racconto di Michele Vincenzo Guglielmi, quella mattina il gruppo aveva comprato una pistola a salve modificata. L’arma, inizialmente destinata a una vendetta contro due membri del clan Strisciuglio, rivali del clan Di Cosola, sarebbe poi stata provata sugli oggetti. La sera, intorno alle 22:15, i tre avrebbero raggiunto il casolare e richiamato l’attenzione dei senzatetto presenti. Singh, che viveva lì insieme ad altre persone di nazionalità indiana, pakistana e italiana, è stato colpito al petto e ucciso sul colpo. Singh, in Italia dal 2006, si arrangiava con piccoli lavori e stava per iniziare in una frutteria.

Le indagini

Grazie alle videocamere di sorveglianza, la squadra mobile di Bari è riuscita rapidamente a identificare i colpevoli. Tuttavia, ricostruire il movente dell’omicidio è stato più complesso. «Usare una persona come bersaglio è sconvolgente», ha dichiarato il procuratore aggiunto Ciro Angelillis. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Giuseppe Ronzino ha definito l’azione «efferata e atroce», evidenziando la «proclività a delinquere» di Paolo Natale Guglielmi, descritto come legato agli ambienti criminali di Bari.

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