Il centrodestra si cura le ferite dopo la sconfitta alle elezioni regionali in Emilia Romagna e Umbria. Giorgia Meloni, lontana da Roma per il summit del G20 a Rio de Janeiro, invia un messaggio chiaro: “Bisogna interrogarsi sulle ragioni della sconfitta”. Un appello che sa di avvertimento agli alleati e che, al suo rientro, potrebbe sfociare in un confronto diretto con Salvini e Tajani per evitare che i risultati negativi si ripetano nel 2025, quando cinque regioni saranno chiamate alle urne.
Nonostante il tono conciliatorio, la premier non nasconde la delusione per la disfatta in Umbria, dove il centrodestra puntava sulla riconferma della leghista Donatella Tesei. “Ovviamente bisogna capire cosa non abbia funzionato”, ha dichiarato Meloni. La Premier ha anche affermato che, anche se il consenso rimane forte, le sconfitte servono a rimanere ancorati alla realtà.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, non si sottrae alle responsabilità e ammette il risultato negativo: “Abbiamo perso”. Il leader del Carroccio, comunque, difende Tesei e attacca chi lo critica internamente: “Non faccio processi a Tizio o a Caio, guardo avanti e lavoro per il futuro“.
Lite su Bandecchi e tensioni tra i partiti
Un altro nodo in discussione è l’arruolamento di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e arruolato con la destra per le regionali umbre su spinta di Forza Italia con l’appoggio della Lega. La sua candidatura non ha convinto Fratelli d’Italia, che ora chiede conto agli alleati.
Bandecchi avrebbe dovuto colmare il gap contro la candidata di centrosinistra Stefania Proietti, ma il risultato ha deluso le aspettative, innescando nuove tensioni tra i partiti della coalizione. Meloni, seppur distante, prova a smorzare le polemiche, definendo “abbastanza surreali” le ricostruzioni di dissidi interni e ribadendo il suo rispetto per Tesei, che a suo dire avrebbe comunque governato bene.
Forza Italia cresce e rivendica la strategia moderata
Sul fronte opposto, Forza Italia esce rafforzata. Il partito di Tajani è l’unico della coalizione a guadagnare consensi, superando la Lega in diverse aree. L’exploit del forzista Andrea Romizi, il più votato in Umbria con oltre 10mila preferenze, è un chiaro segnale.
Tajani rilancia la strategia centrista, sottolineando che “si vince solo con i candidati moderati“. Questa posizione crea nervosismo tra gli alleati, soprattutto in Fratelli d’Italia, che ha perso voti in entrambe le regioni. Anche Salvini sembra percepire il fuoco amico da parte di Forza Italia, ma cerca di non alimentare ulteriormente le tensioni.
Nessun rischio per il governo
Nonostante le difficoltà, i leader del centrodestra minimizzano eventuali ripercussioni sul governo. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, rassicura: “Il voto non avrà ripercussioni su governo e maggioranza. Di positivo c’è la crescita dei moderati”.
Meloni, Salvini e Tajani dovranno però affrontare un’analisi interna per evitare che i malumori si trasformino in fratture, soprattutto in vista delle sfide elettorali future. L’esito delle elezioni umbre ed emiliane ha messo a nudo alcuni limiti della coalizione, ora chiamata a ritrovare coesione e strategie vincenti per non perdere terreno in futuro.