Paola Cesaroni non molla. Dopo 34 anni, il delitto di via Poma continua a tormentare la famiglia di Simonetta. Martedì 19 novembre, nell’aula 9 della palazzina A, è stata presentata una nuova mossa per riaprire l’inchiesta. Un elenco di 16 persone che all’epoca entrarono in contatto con Simonetta Cesaroni potrebbe riaccendere la speranza di fare chiarezza su uno dei casi più oscuri d’Italia.
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L’avvocato Federica Mondani, che assiste la famiglia Cesaroni, ha avanzato una proposta di carattere scientifico alla gip Giulia Arcieri. «Bisogna procedere con una mappatura cromosomica su tutti coloro che potrebbero aver avuto legami con la vittima», ha dichiarato.
La lista dei sospetti e l’appello della sorella
Paola Cesaroni ha consegnato un elenco dettagliato di nomi e cognomi. «Indagate su di loro», ha detto. Secondo lei, queste persone potrebbero fornire nuovi spunti utili all’indagine. Accanto alla lista, c’è anche la richiesta di ascoltare tutti coloro che lavoravano all’epoca dei fatti presso l’Associazione italiana alberghi della gioventù (Aiag), il luogo dove Simonetta lavorava.
La sorella della vittima si oppone con forza alla richiesta di archiviazione presentata nel 2022. Al pm Alessandro Lia sono stati forniti nuovi elementi. «Non vogliamo arrenderci, Simonetta merita giustizia», ha detto Paola.
“Manca una base solida per proseguire il processo”
Nonostante i nuovi tentativi, il caso resta pieno di ostacoli. La Procura lamenta la compromissione dei campioni biologici raccolti in passato. Anche gli approfondimenti più recenti, come quelli su Francesco Caracciolo Di Sarno, all’epoca presidente dell’Aiag, non hanno portato risultati concreti.
Secondo la pm Gianfederica Dito, manca ancora una base solida per proseguire con un dibattimento. «L’incertezza resta insuperabile», ha spiegato. Lo stesso vale per l’ipotesi di coinvolgimento di Mario Vanacore, figlio del portiere Pietrino. Anche in questo caso, l’assenza di prove concrete blocca ogni sviluppo.
L’avvocato dei Cesaroni: “Abbiamo fiducia”
Nonostante le difficoltà, l’avvocato Mondani resta ottimista. «Siamo soddisfatti dell’attenzione riservata dal pm Lia. Abbiamo portato nuovi elementi e confidiamo che questa lunga ricerca della verità possa avere un esito positivo», ha detto.
La gip si è riservata di decidere nei prossimi giorni. Paola Cesaroni, intanto, continua la sua battaglia. Per lei, Simonetta non può essere dimenticata. La verità sul delitto di via Poma potrebbe ancora emergere, anche dopo tutti questi anni.