Antonio Tajani, ministro degli Esteri, parla chiaro. In un’intervista a Repubblica, mette dei paletti precisi sul ruolo della politica estera italiana. “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. È una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese”, spiega.
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Il ministro ricorda che la linea del governo la decidono la presidente del Consiglio e il titolare della Farnesina, non Salvini. Le sue parole rispondono alle dichiarazioni di Matteo Salvini sulla Corte Penale Internazionale e Benjamin Netanyahu.
“Le opinioni dei partiti non sono la linea del governo”
Tajani distingue tra le posizioni di un leader di partito e la linea ufficiale dell’esecutivo. “Un leader può parlare di quello che vuole, ma le sue opinioni non diventano automaticamente la posizione del governo”, sottolinea.
Il ministro chiarisce anche il punto di vista del governo sul pronunciamento della Corte su Netanyahu. “Prima vogliamo leggere le carte e capire le motivazioni della sentenza”, dice. Tajani ribadisce che l’Italia riconosce e sostiene la Corte Penale Internazionale, ma sottolinea un aspetto importante. “La Corte deve avere sempre una visione giuridica, non politica”.
Priorità: fermare la guerra e trovare la pace
Tajani pone l’accento sull’obiettivo principale del governo italiano. “Il nostro primo obiettivo è trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano e riportare il conflitto su un percorso diplomatico. La priorità è portare la pace, non credere che portare qualcuno in carcere risolva il problema”, conclude.
Le parole del ministro non lasciano spazio a dubbi. La politica estera, per Tajani, è una questione delicata, da affrontare con responsabilità e coerenza.