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“Alto rischio di contagi a Natale”. Il virus che spaventa gli esperti: “Fate attenzione”

Pubblicato: 24/11/2024 07:31

Probabilmente, la variante XEC sarà protagonista dei festeggiamenti di Natale e Capodanno, nonostante il Covid sembri fuori dai riflettori. Tuttavia, il virus continua a circolare, presentando versioni sempre nuove. Un articolo pubblicato su ‘Jama’ analizza l’origine e la diffusione di questa variante, descritta dagli esperti come «destinata a dominare l’ondata invernale» di Covid.

XEC è una variante ricombinante dei ceppi Omicron, e fortunatamente presenta caratteristiche simili a quelle delle varianti attualmente targetizzate dagli ultimi vaccini, JN.1 e KP.2. Nicole Doria-Rose, responsabile del settore Antibody Immunity al Vaccine Research Center del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, spiega che XEC ha solo quattro variazioni di aminoacidi rispetto ai vaccini. La nascita di questa variante sembra derivare da una ricombinazione avvenuta in pazienti immunocompromessi, contagiati da diversi ceppi di Sars-CoV-2. Bill Hanage, epidemiologo e direttore associato del Center for Communicable Disease Dynamics dell’Harvard TH Chan School of Public Health, ha avanzato l’ipotesi che XEC possa essere emersa da un tifoso durante l’Euro 2024, svoltosi in Germania. Tuttavia, ha anche riconosciuto che non possiamo essere certi dell’origine esatta. Altri suggeriscono che possa essere stata generata durante le Olimpiadi di Parigi.

Gli esperti concordano comunque che l’origine non è il punto cruciale, poiché XEC sta rapidamente guadagnando terreno a livello globale. Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, già nella seconda settimana di ottobre rappresentava circa il 17% delle sequenze di Sars-CoV-2 a livello mondiale, in aumento rispetto al 9% di fine settembre. La variante è diventata oggetto di monitoraggio da parte dell’Oms e le autorità sanitarie dovranno osservare la sua evoluzione.

Negli Stati Uniti, XEC è stata identificata per la prima volta nella seconda metà di agosto e, a metà novembre, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) stimavano la sua presenza al 28%. Sebbene potrebbe non diffondersi con la stessa rapidità prevista, Hanage avverte che potrebbe avere un impatto significativo sulla trasmissione nei prossimi giorni, con il rischio di diventare la variante predominante. Tuttavia, gli esperti non si aspettano che XEC provochi sintomi più gravi o riduca l’efficacia dei vaccini nel prevenire malattie gravi.

Alcuni studiosi, però, avvertono che prevedere l’andamento di XEC è particolarmente complicato. Non è la prima variante ricombinante e, molto probabilmente, non sarà l’ultima. Doria-Rose sottolinea che queste ricombinazioni consentono al virus di mutare rapidamente, aumentando la trasmissibilità e la capacità di eludere la risposta immunitaria. Nonostante il riconoscimento di almeno 60 varianti ricombinanti di Sars-CoV-2 entro la fine del 2022, tenere traccia di queste varianti è diventato sempre più difficile, complici la diminuzione dei sequenziamenti globali e la riduzione del finanziamento per la sorveglianza genomica. Doria-Rose ha fatto notare che questa situazione rappresenta una sfida crescente per la salute pubblica.

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