Mostrano una potenza che, al momento, non sembra intimidire. Il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha commentato il missile Oreshnik, l’ultima tecnologia bellica impiegata da Mosca nel conflitto con l’Ucraina, durante l’edizione del 23 novembre del programma “4 di sera Weekend” su Rete4. Tajani ha dichiarato: “Ritengo che questa sia una strategia simile a quella dei guerrieri antichi, che colpivano la loro spada contro lo scudo per intimidire il nemico. I missili di cui Putin parla, e su cui è stata condotta una prova recentemente, sono sistemi obsoleti, non ci sono novità significative. Si tratta di missili rimodernati, insomma hanno semplicemente ridato un nuovo aspetto a vecchi armamenti nel tentativo di spaventare l’Ucraina e di mostrare forza”.
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“È vero, Putin può lanciare minacce pericolose – continua il ministro -. È cresciuto nella cultura del KGB e crede che ogni cosa si possa gestire con la forza. Tuttavia, ha una scarsa comprensione della diplomazia, che noi, come nazione democratica, consideriamo essenziale. L’Occidente, come comunità democratica, utilizza approcci e valori differenti, educati com’è da una tradizione come quella di De Gasperi”. Riguardo alla scelta di Stati Uniti e Gran Bretagna di impiegare i loro missili su suolo russo, Tajani esprime: “Credo che la reazione americana sia stata in risposta alla presenza di soldati nordcoreani pronti a schierarsi contro gli ucraini. I russi hanno provocato questa situazione coinvolgendo un paese che non ha legami storici con l’Ucraina, la Corea del Nord. A mio avviso, la Corea del Nord, probabilmente senza informare la Cina, ha deciso di supportare i russi, i quali hanno fornito aiuti energetici e pagato generosamente per la presenza delle truppe. Infatti, hanno bisogno di rinforzi per combattere, considerando che hanno già subito perdite enormi, se non centinaia di migliaia di vittime. È triste dirlo, ma necessitano di soldati pronti a sacrificarsi. Se queste truppe non sono russe, per Putin è preferibile, poiché non deve affrontare l’opinione pubblica interna, che, a quanto pare, è per lo più favorevole a lui, essendo abituata a figure come gli Zar e Stalin”.
“All’incontro di Varsavia, con i rappresentanti dei cinque paesi più influenti d’Europa – Italia, Polonia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito – abbiamo convenuto di proseguire nella nostra collaborazione a difesa del diritto internazionale e di lavorare con la nuova amministrazione statunitense per cercare una soluzione e raggiungere una pace auspicata da tutti, che non possa assolutamente tradursi in una capitolazione dell’Ucraina di fronte all’aggressione russa”, conclude il leader di Forza Italia.