Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, ha lanciato un ultimatum all’Europa. Da Mosca arriva un diktat: stop con l’invio di armi a Kiev, o le conseguenze saranno “catastrofiche“. Con un messaggio su Telegram, Medvedev non a caso ha parlato del nuovo missile russo Oreshnik, sottolineando l’impossibilità per i sistemi di difesa attuali di intercettarlo.
“Le capitali europee speculano sui danni che il missile causerebbe con le sue testate nucleari, sulla possibilità di abbatterlo e sulla rapidità con cui raggiungerebbe le città. Rispondo: i danni sarebbero catastrofici, no, non è possibile abbatterli, e sarà questione di minuti. Neppure i rifugi antiatomici vi salveranno. L’unica speranza è che la Russia, per bontà d’animo, avvisi in anticipo del lancio. Dovete smettere di sostenere la guerra“, ha scritto Medvedev, gettando altra benzina sul fuoco.
L’avanzata russa nel sud dell’Ucraina
Sul fronte del conflitto, intanto, le forze armate russe stanno intensificando i preparativi per un’offensiva nella parte meridionale dell’oblast di Donetsk. Vladyslav Voloshyn, portavoce del Comando meridionale dell’esercito ucraino, ha dichiarato a Apostrophe Tv che i russi mirano a sfondare nei pressi di Velyka Novosilka, un insediamento strategico della regione.
Secondo l’intelligence ucraina, le operazioni di Mosca non si fermano a Donetsk. Nella vicina Zaporizhzhia, le truppe russe stanno rafforzando la loro presenza attorno a Orikhiv e Huliaipole, trasferendo munizioni e intensificando le ricognizioni aeree con droni.
La risposta ucraina e il rischio di escalation
Le dichiarazioni di Medvedev e i movimenti delle truppe russe segnano una nuova escalation, soprattutto in un momento in cui il sostegno internazionale a Kiev rimane attivo. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se le pressioni militari russe, e soprattutto la portata delle minacce dirette all’Europa, si trasformeranno in qualcosa di più sinistro.
Nel frattempo, l’Europa e la Nato sono chiamate a mantenere l’equilibrio tra il sostegno all’Ucraina e la gestione di una minaccia sempre più diretta alla sicurezza continentale. La possibilità che i russi decidano per un’azione dimostrativa contro un Paese Nato sembra concreta, secondo molti analisti. E sarebbe davvero una catastrofe.