Il processo a carico di Alessandro Impagnatiello, ex barman accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano,è giunto in primo grado alla sua conclusione. La Corte d’Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, si è ritirata in camera di consiglio questa mattina, annunciando che la sentenza sarà emessa intorno alle 12:30: ora è stata diffusa la notizia della condanna all’ergastolo.
Le parole di Chiara Tramontano
“Se gli avvocati rappresentano gli enti che garantiscono la giustizia, noi siamo soltanto un esempio di società che spera nella giustizia e nel cambiamento”, ha detto Chiara subito dopo la lettura della sentenza. “I due elementi che potrebbero davvero fare la differenza sono l’educazione sociale, che non inizia nelle scuole ma in famiglia, dove si impara la base della suddivisione dei compiti, il rispetto verso una sorella. Anche come genitore, se mai ci si rendesse conto che un figlio sta assumendo un comportamento sbagliato, è importante agire. Non lasciamo che ragazzi diventino uomini senza conoscere il rispetto verso le donne”, ha esortato Chiara Tramontano.
“L’altro elemento – ha aggiunto la sorella della vittima di femminicidio – è il supporto alle tante situazioni in cui una donna vorrebbe andare via ma non ha la possibilità economica per farlo e rimane incastrata in questa rete in cui si illude che il suo supporto sia il suo aguzzino. È lì che la società dovrebbe intervenire”.
Un’aula carica di emozione e tensione
Alessandro Impagnatiello, presente in aula, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni spontanee. Un silenzio che ha lasciato spazio all’emozione palpabile tra i presenti, in particolare i familiari di Giulia Tramontano, che attendono il verdetto con trepidazione. In aula si trovano la madre di Giulia, Loredana Femiano, il padre Franco, la sorella Chiara e il fratello Mario, visibilmente provati da un processo che ha riportato alla luce il dolore della loro perdita.
Un simbolo di ricordo per Giulia
Un gesto toccante ha segnato la mattinata: i funzionari e i cancellieri del Tribunale di Milano hanno portato in aula un sacchetto recante la scritta “Un pensiero per Giulia e il suo bimbo mai nato”. All’interno, una pianta di rose bianche, destinata alla madre della vittima. “È un simbolo per ricordare Giulia e la vita che non ha potuto vedere la luce”, hanno spiegato.
Il processo e le attese
L’omicidio di Giulia Tramontano, avvenuto in circostanze drammatiche, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. La giovane donna era incinta al momento della sua morte, un dettaglio che ha reso la vicenda ancora più straziante. Impagnatiello è accusato di aver pianificato e messo in atto l’omicidio, e la famiglia della vittima si aspetta una sentenza esemplare.
Mentre la Corte continua le sue deliberazioni, l’attesa è densa di significato per i familiari di Giulia, che sperano di vedere riconosciuta pienamente la gravità dei fatti. La sentenza, qualunque essa sia, rappresenterà un momento cruciale non solo per il processo, ma per chi ha perso una figlia, una sorella e una vita mai nata.
La conclusione del processo segnerà un passo importante verso la giustizia, ma non cancellerà il vuoto lasciato da Giulia e dal futuro che le è stato strappato.