Nuovo giro di chiarimenti in Consiglio dei ministri. Giorgia Meloni deve tentare nuovamente di mettere d’accordo gli alleati, ancora divisi sulla manovra. Il vertice di domenica a casa della premier non ha risolto le distanze tra Forza Italia e Lega, e l’accordo sulle modifiche alla legge di bilancio resta lontano. La fragile intesa annunciata ieri dopo la riunione con i vicepremier Antonio Tajani (FI), Matteo Salvini (Lega) e il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, si scontra con la realtà: tutto da rifare.
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Intanto, il decreto fiscale collegato alla manovra si blocca a Palazzo Madama. I senatori forzisti Dario Damiani e Claudio Lotito si oppongono alla proroga del taglio del canone Rai da 90 a 70 euro anche per il 2025, sostenendo che non rientra negli accordi. In commissione Bilancio, il leghista Massimo Garavaglia critica l’atteggiamento di Forza Italia e Fratelli d’Italia, accusandoli di azioni dannose per la Regione Lombardia sia sulla sanità sia sul trasporto pubblico: “Non capisco perché governiamo insieme”, dichiara.
Sul canone Rai si consuma la spaccatura. Damiani chiede al Carroccio di ritirare l’emendamento, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, interviene per cercare una mediazione. La questione arriva direttamente sul tavolo della premier.
Le opposizioni attaccano: “La maggioranza è divisa sulla Rai”, denunciano i membri PD della commissione di vigilanza. “Fratelli d’Italia vuole occuparla, la Lega affossarla, e Forza Italia pensa solo agli spazi pubblicitari. Nessuno si preoccupa davvero del servizio pubblico”, sottolineano, ricordando che il canone, finanziato dai cittadini, serve anche per sostenere i 12.000 dipendenti e traghettare la Rai verso il futuro digitale.