Luana De Miccio ha tradotto per Il Fatto Quotidiano un reportage di Rozenn Le Saint pubblicato da Mediapart. È un reportage molto approfondito sulla vicenda dei contratti dei vaccini Covid tra Ue e Pfizer, con il giallo dei famosi sms che la presidente della commissione Ursula von der Leyen avrebbe fatto sparire. Si legge nell’articolo: “Per il momento il contenuto degli sms tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla restano segreti. Nessun elemento dei messaggi che la presidente della Commissione europea e l’amministratore delegato di Pfizer, il gigante farmaceutico statunitense, si sono scambiati all’inizio del 2021, nel periodo in cui si negoziavano i contratti per il vaccino contro il Covid-19, sono stati resi noti il 15 novembre scorso durante l’udienza presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, con sede a Lussemburgo”. Ma grazie alla perseveranza del New York Times, che aveva fatto appello al tribunale Ue nel maggio 2021 chiedendo di poterli visionare – come previsto dal regolamento europeo del 2001 relativo all’accesso pubblico dci documenti delle istituzioni Ue, Commissione, Consiglio e Parlamento -, uno dei responsabili dell’istituzione ha almeno ammesso finalmente davanti al tribunale l’esistenza dei messaggi in questione.
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Ma la notizia vera è che davanti ai magistrati non è comparsa Ursula von der Leyen, ma l’ufficio giuridico della Commissione Ue. “La Presidente sarebbe stata più adatta a commentare il contenuto degli sms”, ha commentato uno dei giudici, Heikki Juhani Kanninen, dopo tre ore di udienza, da cui è emerso che – come sintetizza Il Fatto – la difesa della Commissione “fa acqua da tutte le parti”. L’udienza illustra infatti una mancanza di trasparenza di cui la Commissione Ue viene talvolta accusata. “Nel novembre 2021, la Commissione Ue, per conto degli Stati membri, aveva firmato contratti per un valore di 71 miliardi di euro per l’acquisto di un massimo di 4,6 miliardi di dosi di vaccino contro il Covid-19”, stando alla relazione della Corte dei conti europea pubblicata il 12 settembre 2022. Secondo il servizio legale della Commissione, intervenuto davanti ai giudici, “se da un lato esiste un sistema di salvaguardia delle mail del personale dell’istituzione, dall’altro, gli sms, i messaggi WhatsApp, Signal o scambiati tramite altre applicazioni di messaggistica, devono essere trasferiti via mail perché ne venga conservata una traccia. E ciò vale solo per quelli considerati “sostanziali‘”.
La linea di difesa della Commissione è stata dunque di definire gli scambi di sms in questione “non del tutto rilevanti”. E questo è il punto di caduta dell’intera vicenda. La Commissione, quindi, non è mai stata in possesso di quegli sms perché non erano stati considerati sostanziali. Parole, queste, che hanno sollevato l’irritazione dei magistrati, “ma anche qualche risatina da parte del pubblico presente nella grande aula del tribunale dell’Unione”, come racconta il reportage. Il giudice Paul Nihoul è stato sorpreso dalla difesa della Commissione Ue: “Non capisco perché non avete fornito una bolletta telefonica che avrebbe potuto mostrare la successione delle chiamate, di sms… Se fossero stati pochi, come dite, sarebbe stata avallata l’ipotesi che non erano poi da considerarsi così importanti”. Marc van der Woude, il presidente del tribunale dell’Ue, ha sospeso l’udienza senza comunicare la data dell’attesa decisione. Davanti al pubblico ancora presente in aula, ha solo esclamato: “È sorprendente che degli sms possano interessare così tante persone”.