Una nuova notte di disordini ha scosso il quartiere periferico di Corvetto, dove decine di giovani sono scesi in strada per protestare contro la morte di Ramy Elgaml, deceduto in un incidente stradale durante un inseguimento con i carabinieri. La situazione, già tesa nei giorni precedenti, è degenerata in violenze, vandalismi e scontri con la Polizia, costringendo le forze dell’ordine a intervenire con lacrimogeni e cariche di alleggerimento.
Le proteste e l’intervento della Polizia
A partire dalle 22:30, un gruppo di manifestanti – inizialmente circa 70 persone, poi salite a oltre un centinaio – si è radunato all’incrocio tra via dei Cinquecento e via Panigarola. Qui sono stati lanciati bottiglie, petardi e insulti contro le forze dell’ordine, già presenti dal pomeriggio a causa di episodi di tensione verificatisi in precedenza. Tra i manifestanti, per lo più giovani e giovanissimi di seconda generazione, alcuni hanno esposto striscioni con messaggi come “verità per Ramy” e “non condannate un innocente”.
Le proteste si sono intensificate intorno alle 23,30 in via Omero, dove i lanci di petardi e l’accensione di piccoli roghi hanno ulteriormente innalzato la tensione. Durante gli scontri, è stata vandalizzata una fermata dell’ATM e un autobus della linea 93 è stato preso di mira. Per disperdere i manifestanti, la Polizia ha utilizzato lacrimogeni e avanzato con decisione, riportando momentaneamente l’ordine nelle strade.
Un arresto e l’ombra del degrado nel quartiere
Nel corso degli scontri, la Polizia ha arrestato un 21enne montenegrino, accusato di lancio di petardi, getto di oggetti e resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è stato portato al carcere di San Vittore, in attesa dell’interrogatorio di convalida. Secondo le autorità, il quartiere di Corvetto, da anni segnato da degrado, povertà e problemi legati all’abusivismo, è un terreno fertile per episodi di tensione e manifestazioni contro le forze dell’ordine.
Un quartiere in cerca di risposte
La morte di Ramy Elgaml, avvenuta in circostanze ancora poco chiare, ha acceso il malcontento di molti residenti, che chiedono verità e giustizia per il giovane. Questo episodio ha riportato alla luce il clima di sfiducia e disagio che da tempo caratterizza il quartiere, rendendo necessario un intervento che vada oltre la gestione dell’emergenza. Le autorità locali sono chiamate a rispondere non solo ai disordini, ma anche alle radici sociali e culturali del problema, per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro.