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La piccola Fortuna abusata e gettata dal terrazzo a 6 anni, la mamma chiede aiuto: “In attesa del loculo dopo 10 anni”

Pubblicato: 27/11/2024 11:44

La storia della piccola Fortuna fa ancora tanto male. Anche a chi, per mestiere, ha scelto di raccontare. Quello che è accaduto alla bambina, che dieci anni fa aveva solo sei anni, è un’atrocità che ha scosso tutti, suscitando sentimenti di sdegno e rabbia.

La storia della piccola Fortuna

La vita della dolce Fortuna, che a dispetto del nome ha avuto una vita troppo breve e crudele, è stata spezzata nel 2014 in circostanze terribili: chicca, così veniva chiamata, fu gettata dal terrazzo di un palazzo del Parco Verde di Caivano, un luogo tristemente noto per essere teatro di degrado e violenza. La bambina era stata vittima di abusi e il suo omicidio fu l’ultimo terribile gesto per impedirle di ribellarsi agli orrori che subiva.

Per quel crimine, il vicino di casa, Raimondo Caputo, è stato condannato all’ergastolo. Una sentenza che ha rappresentato uno spiraglio di giustizia, ma che non ha placato il dolore di una madre, Mimma Guardato, che ancora oggi combatte per ottenere il rispetto che sua figlia meritava.

Lo sfogo della madre

«Sono passati dieci anni e sto ancora aspettando il loculo promesso per mia figlia. Non è giusto. Fortuna meritava rispetto in vita e ora merita dignità anche nella morte», ha dichiarato Mimma Guardato, denunciando una ferita aperta che non si è mai rimarginata. La mamma di Chicca ha lanciato un messaggio che va oltre la sua tragedia personale: «I bambini sono lo specchio di ciò che vivono. Se crescono vedendo solo rabbia e dolore, è quello che porteranno nel loro futuro». Le sue parole sono un appello affinché la società si impegni a insegnare ai più piccoli valori sani, amore e rispetto, ma anche un duro monito contro l’indifferenza e la violenza, che troppo spesso vengono trasmesse all’interno delle mura domestiche.

L’appello alle istituzioni

Anche il padre di Fortuna, Pietro Loffredo, ha voluto rivolgersi direttamente alla premier Giorgia Meloni e alle istituzioni, chiedendo un gesto concreto: «Così come è stata ricostruita la piscina di Caivano, venga costruita almeno una degna sepoltura per mia figlia. Una cappella, una targa al cimitero, un luogo fisico in cui poterla piangere». L’avvocato della famiglia, Angelo Pisani, ha sottolineato l’importanza della memoria di Fortuna: «Dobbiamo molto al sacrificio della piccola Fortuna, perché grazie alla sua morte si è tolto il velo su una realtà fatta di orrori».

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