La tragedia di Rigopiano, in cui il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l’hotel causando la morte di 29 persone, riemerge con nuove implicazioni giudiziarie. La Corte di Cassazione ha accolto le richieste della Procura Generale di Roma, che spingono per un aggravamento delle responsabilità degli imputati e per un riesame dei capi d’accusa di disastro colposo e omicidio colposo in concorso, esclusi nei primi due gradi di giudizio.
Un ritorno alle accuse iniziali
Le richieste della Procura Generale si rifanno alla linea accusatoria originaria presentata dai Pm Andrea Papalia e Anna Benigni della Procura di Pescara. Secondo questa impostazione, le responsabilità del disastro non si limitano a omissioni isolate, ma includono una serie di mancanze sistemiche a livello di gestione e prevenzione. Tra le figure coinvolte nel nuovo processo figurano dirigenti della Regione Abruzzo e della Protezione Civile, accusati per la mancata attivazione della Carta Valanghe, uno strumento essenziale per prevenire eventi catastrofici.
I nuovi imputati e le richieste della Procura
La Corte d’Appello di Perugia sarà chiamata a riesaminare il caso, inclusi i ruoli di:
- Francesco Provolo, ex Prefetto, per il quale si chiede un nuovo processo per omicidio colposo in concorso, mantenendo la condanna a un anno e otto mesi per omissione di atti d’ufficio e falso.
- Ida De Cesaris, dirigente della Prefettura, anch’essa inclusa nel riesame per omicidio colposo in concorso.
- Diversi dirigenti regionali (Caputi, Visca, Primavera, Antenucci, Giovani e Belmaggio), inizialmente assolti in secondo grado, che dovranno rispondere della mancata implementazione della Carta Valanghe.
- Ilario Lacchetta, ex sindaco di Farindola, già condannato in appello, per il quale si richiede un nuovo processo per disastro colposo.
Condanne e assoluzioni sotto revisione
Il processo di Appello all’Aquila aveva portato a otto condanne e 22 assoluzioni, ma la Procura Generale ha chiesto che le assoluzioni vengano riviste, mantenendo le condanne già emesse. Le parti civili, rappresentate dall’avvocato Wania Della Vigna, hanno espresso soddisfazione per questa decisione, definendola un passo avanti verso il riconoscimento di un sistema di responsabilità più ampio.
La voce dei familiari delle vittime
All’esterno della Corte di Cassazione, i parenti delle vittime hanno ribadito il loro impegno per ottenere giustizia. “Siamo abituati ad aspettare fuori dai tribunali. Stare insieme ci conforta e ci dà la forza di andare avanti, siamo una grande famiglia unita da quella tragedia,” hanno dichiarato.
Attesa per la sentenza finale
Le udienze proseguiranno domani mattina con le arringhe degli avvocati difensori. Seguirà il ritiro in Camera di Consiglio, con la sentenza attesa tra domani sera e venerdì mattina. Questo nuovo capitolo del processo Rigopiano potrebbe segnare un importante cambio di rotta nel percorso giudiziario, ampliando le responsabilità e rafforzando la ricerca di verità e giustizia per le 29 vittime.