Il TAR del Lazio ha accolto la domanda cautelare sul decreto relativo al Tax Credit Cinema, un provvedimento che ha generato forti critiche nel settore dell’audiovisivo. In base alla decisione, il tribunale ha fissato l’udienza pubblica per il 4 marzo 2025, lasciando nel frattempo il decreto in vigore per evitare effetti distorsivi derivanti da una sospensione immediata.
Una riforma sotto accusa
La riforma del Tax Credit Cinema è stata al centro di un acceso dibattito, con numerosi esponenti politici e operatori del settore che ne hanno denunciato l’impatto negativo sull’industria audiovisiva italiana. La capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura, Irene Manzi, ha definito il provvedimento “un pasticcio” che sta gettando il settore nel caos.
Secondo Manzi, il decreto sta provocando gravi perdite economiche, con produzioni che scelgono di spostarsi in altri Paesi, e un significativo calo occupazionale. “Il governo deve tornare indietro su questa riforma. La manovra di bilancio può essere l’occasione per correggere il tiro e porre fine a questo accanimento ideologico contro un’eccellenza italiana,” ha dichiarato.
Critiche dal Movimento 5 Stelle
Anche il Movimento 5 Stelle ha duramente criticato il decreto, sostenendo che il provvedimento minaccia le fondamenta del sistema della concorrenza. I deputati Gaetano Amato e Anna Laura Orrico hanno accusato il governo di favorire le grandi major cinematografiche a scapito delle produzioni italiane indipendenti.
“Questa riforma è un disastro che colpisce migliaia di lavoratori del cinema italiano. Il governo e la maggioranza dimostrano ancora una volta la loro incompetenza. È urgente ritirare le deleghe alla senatrice Lucia Borgonzoni e correggere una situazione che rischia di segnare un altro anno nero per il nostro cinema,” hanno dichiarato i deputati in una nota.
Le conseguenze per il settore
Il settore cinematografico italiano sta affrontando una fase delicata, con il rischio di una fuga di produzioni verso Paesi che offrono incentivi più competitivi. L’industria audiovisiva, che rappresenta un’eccellenza culturale e occupazionale del Paese, teme ripercussioni durature se non verranno presi provvedimenti per rimediare agli effetti della riforma.
Il percorso giudiziario
Il TAR del Lazio ha deciso di mantenere inalterata l’efficacia del decreto fino alla trattazione nel merito del ricorso, fissata per marzo 2025. Nel frattempo, il dibattito politico e giudiziario continuerà, con le parti coinvolte che chiedono interventi tempestivi per salvaguardare un settore strategico per l’economia e la cultura italiane.
La questione del Tax Credit Cinema resta quindi un nodo cruciale, non solo per il futuro del cinema italiano, ma anche per il ruolo che il governo intende assumere nella promozione e tutela delle eccellenze culturali del Paese.