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Nasce la seconda Commissione von der Leyen: ma il consenso è ai minimi storici

Pubblicato: 27/11/2024 12:00

La seconda commissione von der Leyen ha superato l’esame del Parlamento europeo per un margine esiguo e a partire dal 1 dicembre avrà inizio il suo mandato di cinque anni a Palazzo Berlaymont. I risultati della votazione rivelano chiaramente la fragilità e le divisioni sia all’interno dell’assemblea di Strasburgo che nei vari gruppi politici. La presidente rieletta era vista da una parte dell’aula come una figura poco convincente. La sua alleanza allargata con i Verdi e Fratelli d’Italia ha alienato molte forze centriste, e le critiche non sono mancato neppure per le nomine dei vicepresidenti esecutivi, in particolare per quella della socialista spagnola Teresa Ribera e dell’esponente di FdI Raffaele Fitto.

Come già accennato, i numeri segnano l’inizio di uno dei mandati più incerti e complessi nella storia politica dell’Europa. Con 688 deputati presenti, erano necessari 345 voti favorevoli per l’approvazione della nuova commissione, un risultato ottenuto con un margine di soli 25 voti. Se si considera il totale dei membri dell’Eurocamera, la situazione è ancora più allarmante: il numero minimo di voti richiesti per il via libera in aula completa sarebbe stato di almeno 361, solo 9 in più rispetto a quelli ottenuti dalla nuova Commissione. Questo rappresenta il risultato peggiore di sempre nella storia europea, che evidenzia un’altra anomalia: il voto a favore della candidata alla presidenza ha registrato più consensi rispetto a quello per l’intero collegio, con 401 voti favorevoli contro 370.

Le difficoltà politiche

Nonostante le difficoltà, la presidente rieletta si è dichiarata soddisfatta dell’esito: “Oggi è una giornata positiva per l’Europa, poiché il voto riflette la stabilità del centro. Sono molto riconoscente per la fiducia riposta dal Parlamento europeo nel nuovo collegio – ha affermato in conferenza stampa – Riunirò la mia équipe a partire da lunedì e inizieremo a lavorare”. Antonio Tajani, fervente sostenitore dell’allargamento a destra della Commissione, si è mostrato entusiasta: “Ottimo risultato. Buon lavoro a von der Leyen. Fitto sarà un ottimo vicepresidente. Meno voti? È probabile che alcuni socialisti non abbiano votato. L’importante è che si parta”. Fratelli d’Italia ha invece puntato sul risultato raggiunto con la nomina di Fitto: “Congratulazioni a Raffaele Fitto da parte di tutta la nostra delegazione al Parlamento europeo. La vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue è una vittoria significativa per l’Italia, frutto dell’impegno del nostro governo e del premier Giorgia Meloni. Avere un conservatore in posizione di rilievo rappresenta un’opportunità storica che corrisponde ai desideri dei cittadini”. Il neoeletto commissario ha dichiarato sui social che l’Ue “è di fronte a sfide cruciali per il suo futuro e quello dei suoi cittadini. Nei prossimi anni sarà fondamentale lavorare insieme e dimostrare unità, poiché solo in tal modo potremo affrontare queste sfide, rilanciare il progetto europeo e difendere i valori fondamentali”.

È interessante notare che all’interno del gruppo dei Socialisti, molti, compresi quasi tutti gli esponenti del Pd, hanno dovuto adattarsi per rispettare l’accordo con Popolari e Renew. Il capodelegazione Nicola Zingaretti ha espresso contrarietà alla strategia dei Popolari, sottolineando: “370 voti. La Commissione von der Leyen diventa più fragile quando guarda a destra”, ha scritto su X.

La posizione del Movimento 5 Stelle è nettamente contraria, avendo votato contro la rielezione di von der Leyen, definita “una commissione debolissima e di destra, la peggiore che si potesse scegliere. Debole perché sostenuta da una maggioranza eterogenea che si dividerà al primo voto utile; ha raccolto meno voti rispetto a quelli per l’elezione della sua presidente a luglio. Di destra perché per la prima volta uno dei suoi vicepresidenti proviene da Ecr, con una maggioranza che attrae voti nazionalisti e conservatori, il che ha influito negativamente sui voti per von der Leyen. Questa nuova Commissione punta all’austerità e al militarismo, privilegiando le lobby, senza occuparsi di pace, giustizia sociale o della transizione sostenibile. I veri progressisti sono coerentemente all’opposizione”.

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Ultimo Aggiornamento: 27/11/2024 14:03

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