Non sempre la vita di chi è più fortunato, almeno in apparenza, è semplice e priva di preoccupazioni. Nonostante il privilegio di giocare in Serie A in una grande squadra, depressione e dipendenza possono rovinare la vita di ragazzi forse proiettati troppo presto in un mondo dorato, dove i guadagni sono molto diversi da quelli delle persone comuni.
Questo è il caso di Nicolò Fagioli, che si è messo a nudo raccontando la sua tormentata esperienza con il gioco d’azzardo in un documentario, dal titolo “Fragile“, disponibile su Amazon Prime Video. Un viaggio crudo e sincero, che coinvolge e può servire da sprone anche per chi soffre della stessa dipendenza, senza però avere la disponibilità economica e il supporto di cui, per sua fortuna, il calciatore ha potuto godere.
Una dipendenza iniziata a 16 anni
Il giovane centrocampista della Juventus ha iniziato a scommettere quando aveva solo 16 anni. Inizialmente era solo un passatempo con gli amici. Ma quello che sembrava un comportamento innocente, comune a tanti ragazzi, si è trasformato in una vera e propria dipendenza, che lo ha condotto a passare giornate intere attaccato al telefono per scommettere.
“Mi dicevo che tanto non succedeva nulla“, ammette Fagioli, che racconta di come, durante il periodo passato alla Juventus U23, le sue abitudini fossero peggiorate, trasformandosi in una pesante dipendenza. Nicolò arrivò a scommettere cifre considerevoli, fino a un record di 10.000 euro in una sola puntata. A peggiorare la situazione, il gioco gli stava costando molto più di quanto immaginasse: “Ho perso centinaia di migliaia di euro, giocavo per pagare queste perdite“.
Le minacce della malavita
La situazione è peggiorata ulteriormente quando Fagioli ha accumulato debiti anche su siti illegali, e ha cominciato a ricevere minacce da parte di malviventi. “Mi dicevano Ti spezziamo prima della partita di Siviglia. Non sapevo chi fossero, ma ero in una situazione di totale impotenza“. Questo lo ha portato alla squalifica nell’ottobre 2023, Uno stop di 12 mesi che ha influito pesantemente, sulla sua carriera e sulla sua vita.
Fagioli ha voluto ringraziare la sua famiglia per l’affetto e il supporto ricevuti anche nei giorni più difficili. La sua depressione, che a causa del gioco d’azzardo è peggiorata sino a portarlo alla disperazione, si è finalmente placata solo con l’aiuto di specialisti della ludopatia. Ma, come ha sottolineato lui stesso, dalla dipendenza non si esce mai del tutto. Però, anche se non esiste una vera e propria guarigione, “si può imparare a tenerla a bada“.