Una notizia sconvolgente ha colpito il mondo del tennis: Iga Swiatek, numero due del ranking mondiale, è stata sospesa per un mese dopo essere risultata positiva a un controllo antidoping. Il test, effettuato lo scorso agosto a Cincinnati, ha rilevato tracce di trimetazidina, una sostanza vietata nello sport.
Un caso complesso e una sospensione ridotta
La tennista polacca ha vissuto un periodo di grande difficoltà, e ha definito l’accaduto come il “peggior momento della mia vita“. Dopo un’indagine condotta dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA), è emerso che il contatto con la sostanza è stato del tutto accidentale. Swiatek aveva assunto un farmaco a base di melatonina per gestire il jet lag, risultato contaminato da trimetazidina. Questa notizia preoccupa seriamente gli appassionati di tennis italiani, perché il caso della Swiatek è molto simile a quello che coinvolge Jannik Sinner per il Clostebol.
“Grazie ai test indipendenti e ai controlli antidoping regolari che hanno sempre dato esito negativo, è stato dimostrato che non c’è stato alcun impatto sulle sue prestazioni“, ha dichiarato il team della tennista dopo avere appreso la notizia della squalifica..
Un periodo di silenzio forzato
L’assenza dai tornei della campionessa polacca dopo gli US Open aveva sollevato domande tra gli appassionati, ma il motivo è ora chiaro: Swiatek era al centro di un’indagine confidenziale. La sospensione di un mese, relativamente breve rispetto a casi simili, testimonia che l’atleta non ha agito con intenzionalità.