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Allarme siccità in mezza Italia: dove si rischia un Natale senz’acqua

Pubblicato: 29/11/2024 22:09

Un allarme inaspettato per la stagione autunnale inoltrata. Con l’evidenza che il concetto di stagioni stia cambiando radicalmente, l’agenzia di protezione ambientale sta alzando il livello di attenzione sulla siccità che sta colpendo diverse aree italiane anche a novembre. Questa emergenza è il risultato delle temperature eccezionali registrate dei mesi precedenti e delle piogge insufficienti, minacciando non solo il settore agricolo, ma anche la vita quotidiana di molti cittadini, specialmente nel Sud Italia.
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In Puglia, la situazione è particolarmente allarmante: i bacini idrici mostrano un deficit di 95,17 milioni di metri cubi, che equivale a una riduzione del 74% rispetto all’anno passato. Secondo un’analisi condotta da Coldiretti, il 57% della regione è a rischio di desertificazione.

In risposta a questo grave problema, l’acquedotto pugliese ha lanciato una campagna dal titolo significativo: “Siamo in riserva”, per aumentare la consapevolezza dei cittadini. Le scarse precipitazioni di questi ultimi mesi contribuiscono a questa situazione, in una regione già nota per avere meno piogge rispetto al resto d’Italia, e il prelievo d’acqua continua a superare la sua naturale disponibilità.

La comunicazione ufficiale dell’Aqp (Acquedotto Pugliese) è chiara: “Il volume totale di acqua nei bacini da cui Aqp attinge oltre la metà del fabbisogno è inferiore del 62% rispetto alla media storica, e le sorgenti irpine, che rappresentano un terzo dell’approvvigionamento, hanno visto un calo di oltre il 12%”. L’azienda invita dunque i cittadini a fare attenzione nel consumo idrico.

L’agricoltura pugliese sta già affrontando gravi conseguenze, con i raccolti di ciliegie, grano, miele e olive ridotti drasticamente, e la mancanza d’acqua sta causando problemi anche negli allevamenti. Tali difficoltà potrebbero presto influenzare anche i consumi domestici.

La situazione non è migliore in Basilicata, dove circa 130.000 abitanti stanno vivendo una crisi idrica senza precedenti. Gli abitanti devono affrontare razionamenti e interruzioni del servizio potabile che possono durare anche 30 ore consecutive. Questa crisi ha portato i cittadini a manifestare le loro preoccupazioni a Potenza lo scorso 25 novembre.

Il problema coinvolge le utenze che dipendono dall’acqua del fiume Basento e dalla diga del Camastra, la quale ha visto un abbassamento del livello tale da costringere le autorità a prelevare acqua dal fiume per depurarla e renderla potabile. Questa decisione ha suscitato dubbi tra la popolazione, ma le autorità regionali la giustificano, sostenendo che altrimenti gran parte del territorio sarebbe rimasto senza erogazione.

Mentre la procura di Potenza ha avviato un’indagine sulla gestione dell’emergenza, le cause di questa crisi vanno ricercate nelle scarse piogge degli ultimi mesi. Nonostante la Basilicata sia storicamente una regione ricca d’acqua, essa presenta un tasso di dispersione del 65,5% nelle infrastrutture, notevolmente superiore alla media nazionale del 42,2%, aggravando ulteriormente la crisi.

La situazione più critica si riscontra in Sicilia. Giovedì 28 novembre, la sede regionale della Protezione civile è stata occupata da un parlamentare del Pd e quattro sindaci per sollecitare interventi urgenti sulla crisi idrica. I comuni interni affrontano il rischio imminente di mancanza di acqua.

Razionamenti idrici sono stati attuati anche a Caltanissetta e nei comuni limitrofi, dove le autorità locali stanno richiedendo maggiori chiarimenti alla società responsabile della distribuzione dell’acqua. Inoltre, in alcune aree della provincia di Trapani e dell’agrigentino si registrano limitazioni nell’approvvigionamento e aumenti tariffari.

Proseguono i razionamenti in vari comuni della provincia di Palermo, mentre circa 3.000 richieste sono arrivate alla Regione per ottenere contributi destinati alla creazione o al miglioramento di pozzi e serbatoi, nella speranza di affrontare questa severa carenza. Le autorità stanno anche considerando l’uso di impianti desalinizzatori.

L’emergenza idrica in Sicilia perdura ormai da diverso tempo, con conseguenze che potrebbero estendersi dal settore agricolo alle attività economiche in generale.

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