
“Ognuno di noi è diverso. Può essere che il mio modo di pensare sia sbagliato ma non siamo noi sbagliati”. Queste le parole scritte dalla 15enne di Piazza Armerina, trovata morta impiccata il 5 novembre scorso nel giardino di casa. Un pensiero contenuto in un tema scolastico di poche settimane prima, assegnato dalla sua insegnante. Quel testo oggi assume un significato profondo e doloroso.
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La ragazza rifletteva sul concetto di Cultura, partendo da una frase di Norberto Bobbio. “Avere un discorso con una persona diversa da me è interessante proprio perché sappiamo che ha una formazione differente. Cultura non è basarsi sugli stereotipi, ma superarli, riconoscere e andare oltre” scriveva la studentessa. Per lei, la cultura rappresentava un modo per superare i limiti imposti dalla società. “Cultura è trovare la via giusta anche se sembra che non ce ne siano” aggiungeva.
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La pista del bullismo a scuola
Dopo la sua morte, emergono dettagli inquietanti. La giovane subiva critiche e accuse frequenti da alcune compagne di classe, raccontano i familiari. Il giorno della tragedia, l’ultima discussione si era verificata durante la ricreazione. La 15enne era scoppiata in lacrime e aveva chiesto alla madre di poter tornare a casa. Poco dopo, i genitori l’hanno trovata priva di vita.
La madre non crede all’ipotesi del suicidio. “Abbiamo trovato la sua stanza completamente a soqquadro. Le sue scarpe erano pulite, non sembravano quelle di chi era stata nel giardino. Era in ginocchio, con solchi sotto le ginocchia. Io penso che l’abbiano uccisa” ha dichiarato.
La Procura, però, prosegue le indagini per istigazione al suicidio. “Con i dati in nostro possesso possiamo dire che si tratta di un suicidio per impiccamento, senza segni di lesioni provocate da altri” ha spiegato il procuratore. Si attendono ora i risultati dell’autopsia per chiarire definitivamente la dinamica dei fatti.
Nel frattempo, il tema della ragazza diventa il suo ultimo messaggio. Un appello a rispettare le differenze, a non giudicare, a trovare una via di comprensione. Un pensiero che lascia il segno e richiama l’urgenza di ascoltare il disagio dei più giovani.