Le gravi alluvioni che stanno colpendo il sud della Thailandia e il nord della Malaysia hanno costretto decine di migliaia di persone a lasciare le proprie abitazioni e hanno causato la morte di almeno 12 persone. In Thailandia, le piogge torrenziali hanno provocato l’evacuazione di 534.000 persone in alcune delle zone più colpite. Le autorità hanno predisposto 200 rifugi temporanei per accogliere gli sfollati. Nella confinante Malaysia, sono stati evacuati 139.000 abitanti, con l’istituzione di 679 rifugi nelle regioni più colpite. Il numero di sfollati in entrambi i paesi ha già superato quello registrato durante le devastanti inondazioni del 2014, una delle peggiori catastrofi naturali nella storia del paese.
Leggi anche: Invasione ad Aleppo: Jihadisti e alleati ribelli prendono il controllo della città, persone in fuga
La situazione è particolarmente critica, e il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha deciso di sospendere le ferie ai membri del governo per concentrarsi sull’emergenza. Le autorità locali stanno facendo tutto il possibile per gestire la situazione, ma le continue piogge rendono la gestione dell’emergenza sempre più difficile.
Le alluvioni, sebbene siano un fenomeno ricorrente durante la stagione dei monsoni nel sud-est asiatico, sono state particolarmente gravi quest’anno. La stagione monsonica, che solitamente dura da novembre a marzo, è stata caratterizzata da piogge eccezionalmente intense. Gli esperti attribuiscono l’intensificazione di eventi metereologici estremi, come queste piogge, ai cambiamenti climatici in atto, che stanno aumentando la frequenza e l’intensità degli eventi estremi in tutto il mondo.
Le autorità continuano a monitorare la situazione, ma la paura è che le condizioni possano peggiorare nei prossimi giorni. L’emergenza resta alta, con una forte attenzione internazionale rivolta alle due nazioni, mentre si cerca di mitigare i danni e sostenere le persone in difficoltà.