
Il governo Barnier si trova in un momento cruciale. Jordan Bardella, il giovane leader del Rassemblement National e protégé di Le Pen, aveva già dichiarato in precedenza che, salvo clamorosi sviluppi, sarebbero stati pronti a votare la sfiducia. Oggi ha ribadito questa posizione: l’estrema destra francese mira a far cadere l’esecutivo che si è insediato solo due mesi fa, durante la fase di approvazione della legge finanziaria. Barnier ha appena comunicato l’intenzione di fare ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione per approvare la legge di bilancio della Sécurité Sociale, il sistema di welfare francese, nonostante l’opposizione del Rassemblement National.
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Tra le misure più controverse ci sono riduzioni ai contributi sociali dei datori di lavoro, una parziale sospensione dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione e una politica di rimborso per i farmaci da prescrizione meno favorevole. “Siamo a un punto cruciale che mette ognuno di fronte alle proprie responsabilità”, ha dichiarato il premier, aggiungendo che i cittadini francesi non accetterebbero che gli interessi di parte prevalgano sul futuro della nazione. Barnier ha quindi ufficializzato il ricorso alla procedura costituzionale per garantire il finanziamento della previdenza sociale.
Le Pen aveva fissato un termine per il governo Barnier fino a oggi per apportare modifiche, ma il ministro delle Finanze, il giovane macronista Laurent Saint-Martin, aveva già chiarito che non c’era spazio per ulteriori cambiamenti. Saint-Martin ha sottolineato che il testo pronto per il voto rappresentava già un compromesso tra deputati e senatori. “Rifiutare questo testo equivale a negare un accordo democratico”, aveva affermato. “Abbiamo preso atto della situazione”, ha risposto Le Pen, criticando il governo per il suo atteggiamento chiuso. Sebbene l’esecutivo avesse la possibilità di modificare il testo fino all’ultimo momento, ha scelto di non farlo, nonostante le sollecitazioni della presidente dell’Assemblée Nationale, Yael Braun-Pivet.
Anche la sinistra del Nuovo Fronte Popolare ha annunciato la sua intenzione di votare la sfiducia, accusando il governo di un’ulteriore violazione della democrazia.
La mozione di sfiducia potrebbe essere discussa già mercoledì in Parlamento. Se Barnier dovesse essere sfiduciato, sarebbe un evento di grande impatto per la Francia, un paese che ha conosciuto poca instabilità politica dal tempo del generale De Gaulle e l’istituzione del sistema semi-presidenziale della Quinta Repubblica. Negli ultimi decenni, non si era mai verificato che un governo cadde durante l’approvazione della legge finanziaria. Secondo gli esperti, la possibile caduta del governo Barnier potrebbe aumentare il rischio percepito sul debito pubblico francese, già gravato da uno spread ai massimi dal 2012.
In caso di sfiducia, il governo Barnier potrebbe comunque rimanere in carica per gestire “affari correnti”. L’unica soluzione per garantire il funzionamento dello Stato sarebbe quella di far passare la legge di bilancio del 2024, mantenendo le stesse entrate e uscite dell’anno in corso, in attesa di un nuovo governo. Tuttavia, non ci sono certezze che ciò possa avvenire in un Parlamento frammentato in tre blocchi, dove non emerge una maggioranza chiara come dimostrato dal voto di luglio.