
La Francia si trova nel mezzo di una crisi politica e finanziaria senza precedenti, dopo che il governo di Michel Barnier è stato sfiduciato. La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, e Jean-Luc Mélenchon, figura di spicco della sinistra radicale, si sono uniti in una sorprendente alleanza contro l’esecutivo.
La sfiducia e le sue conseguenze
Barnier aveva cercato invano di ottenere il sostegno parlamentare per approvare la legge di Bilancio, facendo appello alla responsabilità dei deputati: “Siamo al momento della verità. È il Parlamento che ora decide se la Francia rimarrà su una rotta finanziaria responsabile o entrerà in terra incognita“. Il tentativo di placare Marine Le Pen con concessioni sui tagli ai rimborsi sanitari è stato però vano. La leader sovranista ha annunciato il voto favorevole alla mozione di sfiducia presentata dalle sinistre, spiegando: “L’importante è far cadere questo governo”.
Anche Jean-Luc Mélenchon ha approfittato della situazione per attaccare Emmanuel Macron: “Barnier cadrà e Macron, unico responsabile di questa crisi, deve andarsene”. Il leader della France Insoumise mira ora a ottenere elezioni presidenziali anticipate.

Una crisi storica
La sfiducia al governo Barnier rappresenta un evento rarissimo nella Quinta Repubblica: l’ultimo caso risale al 1962, con la caduta del governo di Georges Pompidou. Ma, a differenza di allora, è improbabile che Emmanuel Macron riaffidi l’incarico al premier uscente.
Il governo Barnier, in carica dal 5 settembre, diventa così il più breve nella storia moderna della Francia. Mentre il premier continuerà a gestire gli affari correnti, nel totopremier emergono nomi come Sébastien Lecornu, attuale ministro della Difesa, e François Bayrou, leader centrista. Intanto, il partito socialista spinge affinché Macron scelga un esponente di sinistra, cercando di evitare che la crisi favorisca Mélenchon.
Impatti economici preoccupanti
L’incertezza politica ha avuto un impatto immediato sui mercati. Lo spread tra i titoli di Stato francesi e quelli tedeschi ha raggiunto livelli paragonabili alla crisi del 2012, e i bond francesi sono stati equiparati a quelli della Grecia. Senza una legge di Bilancio approvata entro dicembre, lo Stato francese potrebbe essere costretto a prorogare il bilancio 2024 anche per il 2025, una mossa che complicherebbe ulteriormente la situazione finanziaria.

La Francia in “terra incognita”
Le Pen ha giustificato il suo cambio di strategia con l’impopolarità della legge di Bilancio, dal valore di oltre 60 miliardi di euro. Secondo l’opinione di molti osservatori, la decisione potrebbe essere influenzata anche dal processo in corso sui fondi europei, che rischia di renderla ineleggibile con una sentenza prevista per marzo.
Nel frattempo, Barnier ha definito l’azione parlamentare una “coalizione dei contrari“, lamentando l’assenza di un sostegno solido anche nella sua base politica. La Francia, senza guida e sotto la pressione dei mercati, entra in una fase di instabilità che potrebbe ridisegnare gli equilibri politici e finanziari del Paese.