
Dopo anni di incertezze e sperimentazioni, un team di ricercatori canadesi ha individuato una terapia efficace contro i sintomi persistenti del Long Covid. Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, rappresenta una svolta per milioni di pazienti che continuano a soffrire le conseguenze del virus anche mesi dopo l’infezione acuta.
La terapia mirata
La ricerca, guidata dall’Università McMaster e condotta in collaborazione con istituti internazionali, ha dimostrato l’efficacia di un intervento basato su due approcci combinati:
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): per affrontare i sintomi psicologici e cognitivi come la “nebbia cerebrale“;
- Attività fisica aerobica intermittente: per migliorare la capacità respiratoria e contrastare la stanchezza cronica.
Questa combinazione rappresenta un cambio di paradigma rispetto alle cure iniziali, che si basavano prevalentemente su riabilitazioni ospedaliere non sempre efficaci.
Identikit del Long Covid
Dopo quattro anni di studio, il Long Covid viene oggi definito come una condizione infiammatoria persistente che continua a sollecitare il sistema immunitario anche dopo la negativizzazione. Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, i principali segnali che indicano la presenza di Long Covid sono:
- Problemi respiratori persistenti;
- Stanchezza cronica;
- Nebbia cerebrale, caratterizzata da difficoltà cognitive e lentezza nelle risposte quotidiane.
I sintomi, che possono durare oltre due mesi dalla fine dell’infezione, sono distinti da quelli di una normale influenza e richiedono un intervento medico specifico.

L’evoluzione delle varianti
Con il progredire della pandemia, le varianti del virus, come la recente JN.1 derivata da Omicron, hanno modificato la manifestazione della malattia. Oggi, i sintomi comuni includono febbre, tosse, stanchezza e dolori muscolari, con una riduzione dell’alterazione di olfatto e gusto, ma un possibile aumento di casi di diarrea.
Grazie alla diffusione dei vaccini, i casi di Long Covid sono diminuiti, ma una percentuale significativa, pari al 3,5% delle persone infette, continua a sperimentarne gli effetti debilitanti.
Una nuova speranza
Il lavoro dei ricercatori canadesi offre una prospettiva concreta per migliorare la qualità della vita dei pazienti colpiti da Long Covid, fornendo strumenti terapeutici mirati per affrontare una sindrome che, fino ad ora, ha rappresentato una sfida per il mondo medico. Questa scoperta rappresenta un passo avanti fondamentale nella lotta contro una delle conseguenze più subdole della pandemia.