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Ergastolo, la reazione di Turetta: “Sentenza giusta, ma non riesco ancora a chiamare i miei genitori”

Pubblicato: 04/12/2024 06:48

Venezia – Dopo un anno di detenzione e un processo lungo e complesso, Filippo Turetta, 22 anni, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto nel novembre 2023. La sentenza, letta ieri pomeriggio dal tribunale di Venezia, è stata accolta dal giovane con apparente consapevolezza, anche se la tensione dell’attesa l’ha segnato profondamente.

“Sentenza giusta”

Dopo il verdetto, Turetta ha avuto modo di parlare con chi lo segue quotidianamente nel carcere di Verona, dove è detenuto. “L’attesa è stata angosciante, ma penso sia una sentenza giusta. Me l’aspettavo”, avrebbe confidato, mostrando una consapevolezza maturata nel corso di mesi di isolamento e riflessione. Preparato dagli avvocati al possibile esito, Turetta ha accolto il verdetto senza particolari reazioni emotive in aula.

Alla domanda se desiderasse contattare i suoi genitori, Nicola Turetta ed Elisabetta Martini, il ragazzo ha risposto: “No, non me la sento adesso. Chiamo mia mamma domani, è il suo compleanno”.

Un anno in carcere e un memoriale di 90 pagine

Filippo Turetta è detenuto a Verona dal 25 novembre 2023, nella sezione dedicata ai sex offender. In questo anno di reclusione, ha cercato di costruire una routine tra il corso di inglese, la palestra, i libri e la chitarra. Nello spazio dedicato alla scrittura ha realizzato un memoriale di novanta pagine, acquisito poi agli atti del processo.

Durante il processo, i genitori del giovane hanno scelto di non partecipare alle udienze, evitando la pressione mediatica e il rischio di interferenze. “Lo andranno presto a trovare, ma chiedono riservatezza”, ha dichiarato l’avvocata di famiglia, Paola Rubini.

La condanna all’ergastolo è un primo passo verso la giustizia per la famiglia Cecchettin, che continua a ricordare Giulia come una giovane piena di vita e di sogni spezzati. La sentenza rappresenta il culmine di un anno di dolore e battaglie legali.

Il futuro di Turetta

Il giovane ha espresso il desiderio di tornare a studiare, ma la condanna inflitta ieri chiude ogni possibilità di reinserimento sociale nel breve termine. La sua routine continuerà tra attività quotidiane e momenti di riflessione, mentre il carcere si interroga sulle modalità di supporto per i detenuti con ergastolo.

Un caso che ha segnato l’Italia e che, con la sentenza, ribadisce la gravità di ogni gesto di violenza che priva una persona della vita.

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