Il cuore artificiale totale (Tah) rappresenta una realtà concreta, sebbene recente, come soluzione ‘ponte’ per pazienti con gravissime insufficienze cardiache. Attualmente, è un’opzione temporanea per coloro che non possono attendere il trapianto, l’unica soluzione definitiva. Tuttavia, un salto tecnologico è all’orizzonte: già dal prossimo anno inizieranno i primi impianti permanenti sperimentali, basati su solide innovazioni.
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Questo progresso nasce dall’evoluzione di un dispositivo ‘ponte’, prodotto vicino Parigi e già impiantato su 87 pazienti dal 2021. Tale sviluppo è stato possibile grazie a tecnologie militari, integrate con le innovazioni moderne, in particolare quelle legate alle batterie degli smartphone.
Durante un incontro presso la sede dell’azienda Carmat, produttrice del cuore artificiale Aeson, è stato illustrato come tecnologia e manualità si fondano per creare un dispositivo che riproduce la forma naturale del cuore. Aeson è alimentato da batterie esterne contenute in uno zaino, parte integrante del sistema. Secondo Stéphane Piat, CEO di Carmat, la scheda elettronica che governa il dispositivo deriva dalle tecnologie utilizzate nei missili.
L’ingegnere Marc Grimmé, a capo della ricerca e sviluppo, ha iniziato la sua carriera nell’industria militare prima di dedicarsi, oltre 25 anni fa, al progetto Carmat. La scheda è stata adattata per funzionare in uno spazio ridotto e resistere a condizioni interne difficili come l’umidità del cuore. Le modifiche hanno anche aumentato la durata del dispositivo.
La sperimentazione per l’impianto permanente è imminente. Gli stress test, che simulano condizioni estreme per accelerare il deterioramento, hanno mostrato risultati promettenti, senza problemi tecnici, conferma Piat. L’azienda è ora impegnata nella selezione dei centri clinici per avviare questa nuova fase rivoluzionaria, che potrebbe cambiare il futuro della cardiochirurgia.