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Andava in Siria a combattere per l’Isis: 19enne fermata all’aeroporto di Bergamo

Pubblicato: 05/12/2024 07:47

Una giovane di 19 anni, nata in Kenya e residente nel Milanese, è stata fermata il 30 novembre scorso all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) mentre tentava di imbarcarsi per la Siria. L’accusa nei suoi confronti è di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale. La convalida del fermo è stata disposta ieri dal Gip, che ha ordinato la custodia cautelare in carcere.

Il percorso di radicalizzazione

Secondo gli inquirenti, la decisione della giovane sarebbe maturata al termine di un “rapido processo di radicalizzazione ideologico-religiosa”, avviato attraverso un’intensa attività online. La ragazza, identificata come “muhajirat” (ossia “la migrante”) sui social, aveva diffuso video di propaganda jihadista nei quali appariva con il niqab, simbolo del suo avvicinamento all’estremismo islamico.

La giovane aveva inoltre stabilito contatti con utenze telefoniche in Medio Oriente, presumibilmente con persone pronte ad agevolare il suo arrivo nelle zone controllate dall’Isis. Gli investigatori hanno anche scoperto che aveva tentato di contattare le rappresentanze diplomatiche turche per facilitare il viaggio, consultando ripetutamente siti di voli per la Turchia.

L’intervento delle forze dell’ordine

L’indagine, coordinata dalla Digos di Milano e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, era partita lo scorso ottobre grazie al monitoraggio dei social network. Il pool antiterrorismo, diretto dall’aggiunto Eugenio Fusco, ha individuato il profilo della ragazza, segnalato per la pubblicazione di contenuti estremisti.

Il piano della giovane ha avuto un’accelerazione negli ultimi giorni di novembre, quando è riuscita ad acquistare un biglietto di sola andata per Istanbul, con partenza da Orio al Serio il 30 novembre. Tuttavia, è stata fermata subito dopo il check-in, mentre si preparava a imbarcare i bagagli.

I riscontri delle indagini

Gli investigatori hanno analizzato il telefono della ragazza, trovando prove del suo interesse per l’utilizzo di armi da fuoco e delle comunicazioni con un uomo in Turchia, pronto ad accoglierla all’arrivo. La giovane, che in passato era stata ospitata in una comunità di accoglienza e proveniva da un contesto familiare difficile, rappresenta un caso emblematico di reclutamento jihadista attraverso canali digitali.

Le indagini continuano per chiarire l’estensione dei suoi contatti e per individuare eventuali reti di supporto che avrebbero favorito la sua partenza.

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Ultimo Aggiornamento: 05/12/2024 07:52

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