Il decreto fiscale è ufficialmente legge. Con 151 voti favorevoli, 111 contrari e 4 astenuti, la Camera ha approvato il provvedimento che accompagna la legge di bilancio. Tra misure fiscali, bonus e incentivi, il testo è stato anche un banco di prova per i rapporti interni alla maggioranza, segnati da frizioni e colpi di scena. Un esempio su tutti: il voto al Senato in cui Forza Italia ha bloccato, insieme alle opposizioni, la proroga del taglio del canone Rai in bolletta, causando imbarazzo tra gli alleati di governo.
Il bonus Natale esteso a 4,5 milioni di lavoratori
Tra le misure più discusse, spicca il bonus Natale: un’indennità una tantum da 100 euro che sarà erogata con le tredicesime a 4,5 milioni di lavoratori dipendenti. L’accesso è riservato a chi ha un reddito annuo fino a 28.000 euro e almeno un figlio a carico.
Inizialmente, il bonus era limitato a chi avesse anche un coniuge a carico, riducendo la platea a 1,1 milioni di beneficiari. Ma un emendamento approvato al Senato ha eliminato questa condizione, includendo anche le famiglie monogenitoriali.
Concordato fiscale: una seconda opportunità
Il decreto fiscale riapre inoltre i termini per aderire al concordato preventivo biennale, offrendo una nuova finestra fino al 12 dicembre. Questa misura punta a coinvolgere i contribuenti soggetti agli ISA che non hanno aderito entro la scadenza del 31 ottobre. Finora, solo 522.000 contribuenti, su una platea potenziale di 4,4 milioni, hanno sottoscritto il patto per migliorare la propria affidabilità fiscale, generando un gettito di 1,3 miliardi di euro.
Questa cifra, tuttavia, è lontana dagli obiettivi fissati dal governo, che sperava di ottenere risorse sufficienti per ridurre l’aliquota IRPEF dal 35% al 33% per il ceto medio. Con un costo stimato di 2,5 miliardi, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha indicato che il gettito sarà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale.
Prospettive per la riduzione dell’IRPEF
Maurizio Leo ha ribadito che la riduzione dell’IRPEF per il secondo scaglione resta una priorità. Il suo obiettivo è tagliare di due punti l’aliquota per i redditi fino a 60.000 euro, ma le coperture attuali non sono sufficienti. Per questo, si ipotizza un decreto ad hoc all’inizio del 2025, che consentirebbe di allargare il beneficio a una platea più ampia.
Tensioni nella maggioranza e sfide future
Il decreto fiscale, pur essendo stato approvato, ha evidenziato tensioni all’interno della maggioranza. Il caso del canone Rai, in particolare, ha sottolineato le divergenze strategiche tra i partiti di governo. Intanto, la manovra economica entrerà nel vivo nelle prossime settimane, con l’esame degli emendamenti in commissione Bilancio.
Mentre si delineano le prossime mosse del governo, i riflettori restano puntati sulla capacità dell’esecutivo di mantenere un equilibrio tra promesse elettorali, sostenibilità finanziaria e consenso politico.