Il futuro della Siria entra in una nuova fase di incertezze con la notizia della fuga di Bashar al-Assad dal Paese, confermata poche ore dopo che le forze ribelli hanno preso il controllo di Damasco, la capitale siriana. Il governo russo ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, confermando che il presidente siriano si è dimesso e ha lasciato la Siria, ma non ha fornito dettagli sul suo destino. Il mistero si infittisce, alimentato dalle speculazioni su un volo che avrebbe portato Assad fuori dal Paese, suscitando una serie di interrogativi sulle modalità della sua fuga e sulla sua possibile destinazione.
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Ribelli al controllo: checkpoint abbandonati e carcere Sednaya liberato
Nelle prime ore della mattinata, i ribelli, guidati dalla coalizione islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), hanno preso il controllo di Damasco. I checkpoint militari sono stati abbandonati dalle forze governative, permettendo l’avanzata fino al palazzo presidenziale. Contestualmente, i cancelli del carcere di Sednaya, tristemente noto come “il mattatoio umano” per i suoi abusi, sono stati aperti, liberando i detenuti.
Il volo di Assad
Secondo quanto riferito da Rami Abdul Rahman, responsabile dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un aereo che si ritiene trasportasse Assad era decollato dall’aeroporto internazionale di Damasco verso le 22:00 di ieri, prima che le forze di sicurezza siriane abbandonassero l’aeroporto. Tuttavia, nonostante il report, i dati di Flightradar24 non hanno registrato un volo a quell’ora. L’unico volo registrato è quello di un aereo della Cham Wings Airlines, partito intorno alle 00:56 diretto verso Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti. Un consigliere diplomatico degli Emirati Arabi Uniti hasmentito la presenza di Assad nel Paese
L’arrivo a Mosca con la famiglia
Assad, con la moglie Asma e i loro due figli, come riportato da Interfax, è da poco arrivato a Mosca, confermando le voci secondo cui il presidente era riuscito a fuggire.
Segnale perso e la scomparsa dell’aereo
Durante la giornata di oggi il volo aveva seguito un percorso inaspettato, sorvolando Homs e proseguendo verso ovest, prima di fare inversione e dirigersi nuovamente verso est. L’aereo aveva perso il segnale del transponder alle 04:39, quando si trovava a circa 13 km a ovest di Homs, a un’altitudine di 495 metri. Secondo Flightradar24, il velivolo, datato e con un sistema di transponder obsoleto, ha volato in un’area con disturbi al GPS, spiegando la perdita del segnale e la difficoltà nel tracciare il suo destino finale.
Festa per le strade e appello al ritorno degli esiliati
Con il controllo dei media pubblici, i ribelli hanno trasmesso messaggi di vittoria, dichiarando ufficialmente la fine del regime di Assad. Per le strade di Damasco si respira un’aria di festa, mentre i leader della coalizione esortano i cittadini fuggiti all’estero a rientrare in patria, promettendo una “nuova era” per la Siria.
Una caduta attesa da anni
La presa di Damasco rappresenta una svolta decisiva in un conflitto iniziato nel 2011. Dopo oltre un decennio di guerra civile e devastazioni, l’annuncio della “caduta militare” della capitale apre interrogativi sul futuro della Siria. La guida del paese resta incerta, con la presenza di gruppi islamisti radicali tra i ribelli che potrebbe influenzare la stabilità della regione.