I lavoratori dello storico punto vendita Ikea di Anagnina, in via Fattoria Rampa, hanno incrociato le braccia il 7 dicembre per manifestare il loro malcontento. La protesta, organizzata dal sindacato di base Flaica Cub, ha registrato un’adesione del 60%, ben oltre le aspettative, e si è trasformata in un partecipato sit-in.
Le motivazioni dello sciopero
Alla base della mobilitazione ci sono due principali questioni: la riduzione del servizio mensa e la mancata corresponsione del premio di partecipazione aziendale.
- Il servizio mensa
A partire da ottobre, Ikea ha introdotto restrizioni nel servizio mensa, con una chiusura anticipata che penalizza i lavoratori, soprattutto quelli part-time, che non possono più usufruire di un pasto completo. La cena, inoltre, non è più garantita come in passato. - Il premio aziendale
Nonostante gli ottimi risultati ottenuti dal punto vendita di Anagnina, il premio di partecipazione non è stato assegnato ai lavoratori del negozio. Secondo Giancarlo Desiderati, responsabile provinciale della Flaica Cub, il premio è stato legato all’andamento complessivo “su piazza”, cioè basato sui risultati di un insieme di store e non di singoli punti vendita. Questo criterio ha penalizzato i dipendenti di Anagnina, che pure hanno contribuito in maniera significativa alla crescita aziendale.Il messaggio dei lavoratori: “Mobili svedesi, stipendi cinesi”
Il messaggio dei lavoratori: “Mobili svedesi, stipendi cinesi”
Durante la manifestazione, i lavoratori hanno sottolineato il paradosso della loro condizione: margini di profitto elevati per l’azienda, ma salari tra i più bassi d’Europa per i dipendenti italiani. Uno slogan incisivo, “mobili svedesi e stipendi cinesi”, campeggiava su uno degli striscioni, riassumendo il malessere dei lavoratori.
“La situazione è inaccettabile“, ha dichiarato Desiderati, “Ikea continua a crescere economicamente, ma i lavoratori non vedono miglioramenti nelle loro condizioni. Il nostro obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere l’azienda a riconoscere i diritti dei propri dipendenti”.
Un segnale di cambiamento
Lo sciopero di Anagnina rappresenta un segnale importante di insofferenza verso politiche aziendali che non tengono conto delle necessità dei lavoratori. La speranza è che questa mobilitazione possa aprire un dialogo con l’azienda e portare a un miglioramento delle condizioni lavorative. Per ora, i lavoratori di Anagnina continuano a lottare, convinti che la loro voce, unita, possa fare la differenza.