“Indossa il velo, non truccarti“. Questo è stato l’ordine perentorio che Sabrina, nome di fantasia, ha sentito per anni. Nata e cresciuta a Roma, ma con origini familiari in Bangladesh, Sabrina ha deciso di ribellarsi, trovando rifugio in un centro di assistenza specializzato. La sua è una storia di coraggio e riscatto, ma anche di profonde incertezze.
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Il racconto di Sabrina
“Non so ancora se quello che penso io è corretto e quello che fa mio padre è sbagliato. Forse ha ragione lui”, ammette Sabrina con esitazione. Per tutta la sua vita, ha vissuto sotto la minaccia costante di un futuro imposto: un matrimonio combinato in Bangladesh e una vita priva di libertà individuale. La violenza psicologica, invisibile ma potente, l’ha accompagnata per anni, fino a quando ha deciso di togliere il velo, truccarsi e vivere come le altre ragazze della sua età.
Con il timore di essere mandata via dall’Italia, Sabrina si è rivolta a un centro di salute mentale in periferia. Qui, il personale sanitario ha preso a cuore il suo caso, offrendole protezione in una struttura di assistenza. La giovane, tuttavia, continua a lottare contro un senso di precarietà affettiva e di insicurezza, fattori che spesso la portano a replicare dinamiche di controllo nella sua vita sentimentale. “Mi sono legata a un ragazzo che mi dice che non devo truccarmi e che devo indossare il velo”, racconta con amarezza.
Cosa succederà adesso
Nonostante le difficoltà, Sabrina sta trovando la forza per ricostruirsi. La psicologa che la segue conferma che il percorso è complesso, ma fondamentale: “La stiamo aiutando a riconoscere il suo valore e a spezzare il ciclo di controllo”. Per Sabrina, raccontare la sua storia rappresenta un passo cruciale: “Sto imparando a fidarmi. Voglio restare qui, libera”.
La sua è una battaglia comune a tante ragazze che si rivolgono alla struttura, spesso vittime di pressioni psicologiche più che di violenza fisica. Tuttavia, anche queste minacce invisibili lasciano cicatrici profonde. Sabrina, con il suo coraggio, si fa portavoce di un messaggio di speranza e determinazione: scegliere di essere libera, anche quando sembra impossibile.