Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli e Davide Baronti: questi sono i nomi dei cinque operai tragicamente deceduti a causa dell’esplosione avvenuta nel deposito Eni di Calenzano. L’identificazione ufficiale delle vittime avverrà tramite analisi del Dna.
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Le vittime dell’incidente al deposito Eni di Calenzano sono ora cinque. I primi quattro identificati sono Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Franco Cirielli e Gerardo Pepe, mentre l’ultimo corpo è stato rinvenuto la mattina di martedì 10 dicembre. La conferma della loro identità arriverà solo dopo l’esame del Dna.
Vincenzo Martinelli è entrato nel deposito alle 10:15 di ieri mattina, solo cinque minuti prima che si verificasse l’esplosione. Protocollato come «visitatore», Martinelli è la prima vittima di quella che si preannuncia come un’altra terribile tragedia sul lavoro, seguito da altre quattro persone.
Le vittime e i dispersi sono stati identificati come «visitatori» da parte dei dipendenti Eni, che hanno poi trasmesso le informazioni ai carabinieri, sotto la direzione del procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli.
Martinelli, nato a Napoli e residente a Prato dal 1998, aveva 53 anni ed era divorziato con due figlie di 17 e 19 anni, che accompagnava spesso a corsi di danza. I suoi colleghi della Bt Transport lo descrivono come un uomo onesto e un grande lavoratore. Appassionato di caccia e natura, ha scelto come motto per una foto su Facebook: «Non temere il male».
Le sue pagine social sono piene di messaggi di affetto. Un amico scrive: «Caro Vincenzo, un abbraccio. Mi mancheranno le nostre chiacchierate serali». Un altro amico aggiunge: «Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Ti porterò sempre nel cuore». Anche una ragazza scrive: «Vincenzo, non riesco a crederci… riposa in pace». Un altro amico commenta: «Non è giusto morire così. Buon viaggio».
Un’altra persona lo ricorda con affetto: «Abbiamo condiviso tanti momenti, ora potrai riabbracciare il tuo papà e vegliare sulle tue “bambine”… fai un bel viaggio, sempre con il sorriso».
Carmelo Corso, invece, è entrato nel deposito solo quattro minuti dopo Martinelli, registrato come visitatore alle 10:16 e 20 secondi. Originario di Catania e residente a Calenzano, Corso aveva 57 anni e in passato lavorava come guardia giurata per Eni. Era un autista della Rat – Raggruppamento Autotrasportatori Toscani – e veniva molto apprezzato dai suoi colleghi, che lo descrivono come un lavoratore esperto.
Tra gli altri dispersi c’è anche Davide Baronti, un autista di 49 anni originario di Livorno, entrato nel deposito alle 10:14. Padre di due bambini e appassionato di montagna, un’amica lo ricorda come un «ragazzo dal cuore d’oro». In azienda c’è preoccupazione e speranza: «Stiamo aspettando notizie, speriamo che sia vivo», dice un collega, mentre un altro racconta di averlo chiamato senza ricevere risposta.
Martedì mattina sono stati ritrovati i corpi di Franco Cirielli e Gerardo Pepe, entrambi operai della Basilicata. Cirielli, sposato e padre di due figli, viveva a Cirigliano ed era un grande tifoso della Juventus. Gerardo Pepe proveniva da Sasso di Castalda. Si procederà ora all’analisi del Dna per confermare le identità.
Le condizioni di Luigi Murno, un altro operaio originario della Basilicata, si sono aggravate, ed è stato trasferito al centro grandi ustionati di Pisa.
Nel frattempo, al Comune di Calenzano sono arrivati i familiari dei dispersi, accolti con supporto psicologico. I parenti si sono rivolti al sindaco Giuseppe Carovani, continuando a sperare che i loro cari possano essere ancora vivi. «Mi hanno detto che torneranno anche domani e noi saremo qui per aiutarli», afferma il primo cittadino.