Vai al contenuto

Edoardo Bove, il cardiologo spegne le speranze sul calcio

Pubblicato: 11/12/2024 20:22

Il giovane centrocampista della Fiorentina, Edoardo Bove, sta affrontando una delle sfide più complesse della sua carriera, non sul campo da calcio, ma dal punto di vista medico. Recentemente sottoposto a un intervento per l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, la sua storia ha aperto un importante dibattito sulla gestione delle patologie cardiache in ambito sportivo. A fare luce sulla questione è il dottor Daniele Andreini, cardiologo presso l’IRCCS Galeazzi di Milano, intervistato da La Gazzetta dello Sport.

Perché un Defibrillatore Sottocutaneo?

“È stato scelto questo tipo di dispositivo, e non uno classico, considerando l’età del ragazzo. Nei giovani, che potrebbero portarlo per un lungo periodo, si preferisce questa opzione perché, non essendo inserito direttamente nel cuore, riduce significativamente il rischio di infezioni e complicanze che possono avere conseguenze anche gravi”, spiega il dottor Andreini.

Il defibrillatore sottocutaneo si distingue per l’assenza di elettrodi all’interno del cuore, come accade con i dispositivi tradizionali. Questa caratteristica lo rende particolarmente adatto ai pazienti più giovani, garantendo una protezione cardiovascolare efficace e minimizzando i rischi nel lungo termine. Per Bove, questa scelta rappresenta una soluzione avanzata che tutela non solo la sua salute, ma anche la possibilità di mantenere una qualità di vita elevata.

Una Tecnologia Avanzata per un Futuro Incerto

Bove può contare su tecnologie mediche di ultima generazione, ma il suo ritorno al calcio agonistico è ancora avvolto nell’incertezza. “Tutto nasce da un equivoco, secondo cui in Italia non si gioca se si ha un defibrillatore. Io direi che non si gioca in Italia se si ha una patologia cardiaca tale da prevedere un defibrillatore”, chiarisce il dottor Andreini.

Questo equivoco ha generato una serie di dubbi e discussioni. Per il giovane calciatore, la sfida non è solo superare l’intervento, ma anche capire se le condizioni mediche gli permetteranno di tornare a competere a livello professionistico. Nonostante ciò, il defibrillatore sottocutaneo offre una sicurezza cruciale per prevenire episodi futuri, soprattutto considerando che Bove ha già vissuto un evento potenzialmente letale.

È Removibile?

Un altro punto chiarito durante l’intervista riguarda la natura permanente del dispositivo. “Non è un loop recorder, che si tiene per un periodo che di solito va dai 6 mesi a un paio di anni per monitorare le aritmie. Il defibrillatore generalmente non si toglie, a meno che, ma è rarissimo, la patologia non si risolva”, specifica Andreini.

La probabilità che un paziente possa fare a meno del dispositivo è estremamente bassa. “È improbabile che un cardiologo si prenda la responsabilità medico-legale di togliere un defibrillatore a un soggetto che ha già avuto un arresto cardiaco. Sarebbe come dire tolgo la terapia salva-vita a qualcuno che ha un tumore”, aggiunge il cardiologo.

Il Futuro di Edoardo Bove

La storia di Bove mette in evidenza i progressi della medicina sportiva e la complessità delle decisioni che accompagnano i giovani atleti con patologie cardiache. Da un lato, la tecnologia gli offre una protezione senza precedenti; dall’altro, il cammino verso un ritorno in campo è tutt’altro che semplice.

L’augurio è che il giovane centrocampista possa concentrarsi nuovamente sulla sua passione per il calcio, con la sicurezza di essere protetto sotto il profilo sanitario. Tuttavia, i dubbi sul suo futuro a livello agonistico restano aperti, riflettendo una realtà in cui la salute deve sempre avere la priorità.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure