Luigi Mangione portava con sé un “manifesto” di tre pagine in cui si descriveva come un eroe e il CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, come un simbolo delle ingiustizie delle assicurazioni sanitarie. Questo documento è stato trovato al momento del suo arresto in un McDonald’s di Altoona, Pennsylvania, insieme alla pistola utilizzata per il delitto, realizzata tramite stampa 3D.
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Mangione, 26 anni e originario di Baltimora, è formalmente accusato di omicidio, falsificazione di documenti e altri tre reati legati al possesso di un’arma. È ora in attesa di estradizione e, se condannato, potrebbe affrontare pene da un minimo di 15 anni fino all’ergastolo.
Si ritiene che la sua storia personale possa aver influito sull’atto violento: Luigi aveva subito un intervento chirurgico alla schiena mal riuscito a causa di una condizione congenita chiamata spondilolistesi. Questa patologia comporta lo scivolamento di una vertebra sull’altra, provocando dolore e rigidità, e talvolta sintomi di compressione nervosa. Il trattamento può variare, e nei casi più gravi è necessaria un’operazione per stabilizzare la colonna vertebrale. Nel caso di Luigi, il dolore cronico aveva compromesso notevolmente la sua qualità di vita, influenzando anche le sue relazioni personali.
Laureato in informatica all’Università della Pennsylvania, una prestigiosa Ivy League, Luigi era un appassionato di videogiochi, in particolare di ‘Among Us‘, dove i giocatori interpretano assassini in fuga. Lui vedeva l’omicidio di Thompson come una risposta alla “corruzione” del settore sanitario, con cui aveva avuto a che fare per il suo intervento chirurgico. Prima della chiusura del suo profilo X, aveva condiviso immagini della sua operazione, evidenziando i quattro chiodi inseriti nella colonna vertebrale. Tuttavia, l’operazione non aveva risolto i suoi problemi, lasciandolo incapace di praticare sport e di vivere relazioni normali. Le sue interazioni con la famiglia erano peggiorate nel tempo, e oggi sono state descritte come “devastate e sotto shock”.
Il 18 novembre, due settimane prima del crimine, sua madre Kathleen aveva sporto denuncia per la sua scomparsa alla polizia di San Francisco, una delle città che Luigi aveva recentemente visitato. Di origine italo-americana, quinta generazione, Luigi apparteneva a una famiglia con radici siciliane. Il suo antenato Nicola Mangione era emigrato da Castrogiovanni (oggi Enna) nel 1920, raggiungendo Baltimora, dove il fratello Luigi era già stabilito. Il nonno di Luigi, Nicholas, aveva prosperato nel settore delle costruzioni, mentre la nonna Mary era coinvolta nelle arti.