Si è spento a 70 anni, a causa di una malattia, Riccardo Bonacina, fondatore del settimanale “Vita” nel 1994 e considerato un innovatore del giornalismo sociale in Italia. Nato a Lecco il 15 agosto 1954, Bonacina si era laureato in Letteratura italiana all’Università di Milano prima di intraprendere una carriera che lo avrebbe portato a rivoluzionare il panorama giornalistico italiano.
Leggi anche: Matteo trovato morto dagli amici dopo una cena: si ipotizza sia colpa di un cinghiale
Una carriera tra tv, radio e carta stampata
Dopo aver ricoperto il ruolo di caporedattore delle news in Fininvest, nel gennaio 1991 Bonacina fu tra i fondatori di Studio Aperto, il primo telegiornale di Italia Uno. Successivamente approdò a Rai 2, dove ideò il programma “Il coraggio di vivere”, dedicato al volontariato e alle emergenze sociali, un tema allora poco trattato. Questo format gli valse il premio Aicrt come miglior autore televisivo.
Non si fermò alla televisione: Bonacina portò la sua visione anche in radio con Radio Help, trasmesso su Rai Radio Uno, e infine nella carta stampata, fondando “Vita”, un settimanale che ha fatto scuola nel raccontare il terzo settore e le sfide sociali.
Tra i tanti tributi, spiccano le parole di Stefano Arduini, direttore di Vita magazine e Vita.it: «Un grande maestro e amico per tanti di noi che, come me, insieme a lui hanno percorso un lungo tratto di vita che non si può definire solo professionale». Arduini ha ricordato Bonacina come «un uomo appassionato», capace di coltivare relazioni con cura e discrezione, senza mai ostentare la sua profonda fede.
Funerali a Milano
I funerali di Riccardo Bonacina si terranno venerdì 13 dicembre, alle ore 11, presso la Basilica di Sant’Eustorgio a Milano. Una figura che lascia un segno indelebile nel panorama del giornalismo italiano, con un’eredità fatta di impegno, passione e un nuovo modo di raccontare la società.