Vai al contenuto

Erika Preti, la rabbia dei genitori: «In fila alle Poste con l’assassino di nostra figlia»

Pubblicato: 12/12/2024 14:08

Entrare in un ufficio postale e incontrare il killer di propria figlia. È il drammatico momitri Fricano nel 2017. «Non riesco a tollerare l’idea che l’assassino di Erika possa muoversi liberamente ogni giorno dalle 15 alle 18. Potrei incrociarlo in qualsiasi posto: al supermercato, in centro città, per strada», racconta Tiziana in un’intervista a La Stampa.
Leggi anche: Angela Celentano, scontro con la Turchia. La giudice italiana: «Ankara non collabora»

Fricano, condannato a 30 anni di reclusione, gode di arresti domiciliari da un anno a causa di problemi di obesità, considerati incompatibili con il regime carcerario. Sebbene fosse programmata un’udienza a novembre per riesaminare la sua situazione, il Tribunale di Sorveglianza di Torino non ha ancora stabilito una data.

Per i genitori di Erika, imbattersi in Fricano in città è un incubo ricorrente. «Ogni volta che vedo una macchina rossa, il cuore mi salta in gola. Una sera, ho rischiato di essere investita da un camion mentre cercavo di capire se alla guida ci fosse lui» racconta Tiziana. «Una volta l’ho seguito senza riuscire a fermarmi. Ho anche contattato la polizia per sapere perché fosse in giro a mezzogiorno. Mi hanno informata che stava tornando da una visita medica. È stato un ulteriore colpo al cuore». Anche il padre di Erika, Fabrizio Preti, vive lo stesso tormento: «Il dolore cresce ogni giorno di più. Piango ogni sera e resisto solo grazie al sostegno degli amici». Oltre alla sofferenza, la coppia lamenta l’assenza delle istituzioni: «Ci siamo sentiti trascurati dopo il processo. Abbiamo cercato aiuto, parlato con politici, ma nessuno ci ha dato ascolto. Ora ci sentiamo delusi anche dai giudici, che continuano a rinviare le udienze» afferma Tiziana.

A complicare le cose c’è la paura che Fricano possa non tornare in carcere. «Vorrei almeno fosse obbligato a rimanere in casa, senza la libertà di uscire. Oppure che fosse trasferito in una struttura dove riceva davvero le cure necessarie. Finché sarà libero, nulla cambierà», aggiunge.

Per Tiziana e Fabrizio, il Natale è diventato un periodo di grande tristezza. «Non abbiamo più la possibilità di essere felici – dice Fabrizio – In macchina ho sempre tutto il necessario per curare la tomba di Erika. Questo è il nostro Natale adesso».

Il loro è un ergastolo senza sconti, a differenza di quello del killer. «Fricano ha distrutto le nostre vite. Mia madre è morta di crepacuore e noi non avremo mai la gioia di diventare nonni. Erika gli voleva bene, era una ragazza straordinaria. Meriterebbe una vita felice, non una fine così tragica. Saperlo in carcere non ci dava gioia, ma almeno era una certezza. Vederlo libero è inaccettabile».

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure