Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, commenta con una certa soddisfazione la sua esclusione dalle consultazioni per la formazione del nuovo governo di coalizione in Francia. Nonostante non sia stata invitata al vertice dei partiti, Le Pen appare consapevole dei vantaggi che potrebbero derivare dalla sua dura opposizione al Presidente Macron.
“Ho vinto la medaglia dell’opposizione“, ha infatti affermato, forte dei più recenti sondaggi che la vedono in netta crescita di popolarità e consensi fra i cittadini francesi. Le Pen, pur avendo adottato un linguaggio ironico, continua ad attaccare frontalmente l’Eliseo, che ha scelto di isolarla con una mossa non convenzionale. Non si era mai registrata prima, infatti, l’esclusione del leader del partito di maggioranza relativa dalle consultazioni per la scelta del nuovo Premier.
Le Pen, i sondaggi premiano la leader della destra francese
Il governo di coalizione, che dovrà affrontare scelte difficili e impopolari, si troverà in una situazione complicata. Le Pen, forte dei suoi oltre 140 deputati su 577 in Parlamento, è conscia di poter sfruttare a suo vantaggio ogni errore del nuovo esecutivo. Nonostante la sua esclusione, Le Pen sembra trarre beneficio dalla sua mossa strategica in Parlamento, che ha contribuito alla caduta del governo di centrodestra di Michel Barnier.
Un sondaggio Ifop evidenzia un significativo incremento di consensi per Le Pen. Se si votasse domani per le presidenziali, la leader del Rn potrebbe vincere il primo turno con una percentuale tra il 36 e il 38%, a seconda degli avversari che si troverebbe di fronte. La sua posizione è in ascesa, con un guadagno di due punti rispetto a settembre. Se a sfidarla fosse l’ex premier di destra Edouard Philippe, Le Pen otterrebbe il 36% dei voti contro il 25% dell’avversario, mentre contro l’ex macronista Gabriel Attal la percentuale salirebbe al 38%.
Sondaggi: bene Le Pen, male Mélenchon
La strategia di “normalizzazione” del Rassemblement National, che ha cercato di posizionarsi come forza di governo responsabile, non sembra subire danni dalla mossa di Le Pen. Anzi, potrebbe consolidare il suo ruolo da opposizione costruttiva. E anche se Le Pen fosse condannata nel processo in corso a suo carico e a essere candidato fosse Jordan Bardella, presidente del Rn, i numeri non cambierebbero di molto.
Mentre Le Pen e il suo partito continuano a crescere nei consensi, c’è anche chi non ha tratto beneficio dalla “guerra contro Macron” che si è consumata in Parlamento nelle ultime settimane. Il sondaggio Ifop ha infatti rivelato come la sfiducia a Barnier non abbia avuto un effetto positivo sui consensi di Jean-Luc Mélenchon e della sua France Insoumise. Mélenchon, infatti, si attesta a un modesto 12%, percentuale che risente anche della concorrenza interna a sinistra e del “tradimento” dei socialisti che hanno accettato di trattare con Macron.
Sale l’attesa per l’annuncio del nuovo Premier
Nel frattempo, l’Eliseo ha promesso che il nome del nuovo Premier sarà annunciato a breve. François Bayrou, centrista e alleato di Macron, è il favorito, anche se alcuni esponenti della sinistra, come Bernard Cazeneuve e Pierre Moscovici, sono visti come papabili per il ruolo. L’opzione di un premier di destra, fortemente sostenuta da Sarkozy, è la più gradita.
L’ex presidente ha incontrato Macron per spingere affinché venga scelto un rappresentante della destra, una mossa che potrebbe spaccare l’alleanza di sinistra e complicare ulteriormente la già difficile trattativa. Mentre il governo dimissionario di Barnier continua a gestire gli affari correnti, un consiglio dei ministri ha approvato una “legge speciale” per evitare il rischio di un blocco dei finanziamenti e dei servizi pubblici a partire dal 1° gennaio, dato che la Francia si trova senza una legge di Bilancio per il 2025. La legge, che verrà votata dal Parlamento, dovrebbe prevenire un “shutdown” simile a quello che ha colpito gli Stati Uniti in passato.