Era scomparsa da alcune settimane Hannah Kobayashi, 30enne di origini hawaiane, che aveva lasciato la sua famiglia senza spiegazioni. Nonostante le forze dell’ordine avessero classificato la sua scomparsa come un “allontanamento volontario”, il padre non si è mai arreso, continuando a cercarla fino al tragico epilogo: il 24 novembre, sopraffatto dall’angoscia, si è tolto la vita.
La svolta è arrivata quando Hannah ha contattato la famiglia dopo aver saputo del suicidio del padre. “Siamo sollevati che sia viva, sana e salva – ha dichiarato la madre, Brand Yi –. Ora chiediamo privacy per guarire dalle ferite di questo mese di calvario”.
Hannah è tornata a casa e ha riabbracciato madre e sorella. La polizia di Los Angeles ha spiegato che la donna aveva preso un treno dalla Union Station per raggiungere il confine tra Stati Uniti e Messico. Dopo il 2 dicembre, era stata dichiarata “persona scomparsa in seguito a un allontanamento volontario”. Le telecamere di sorveglianza l’avevano ripresa mentre percorreva a piedi un tunnel vicino a San Ysidro. Messaggi criptici inviati alla famiglia e la mancata coincidenza di un volo da Maui a New York avevano alimentato la preoccupazione.
Le forze dell’ordine avevano anche interrogato un uomo visto con lei su un treno, ma questi si è rivelato estraneo alla vicenda. Conclusasi l’indagine, il padre aveva proseguito personalmente le ricerche. Purtroppo, dopo 13 giorni, è stato trovato morto vicino all’aeroporto internazionale di Los Angeles.
“Hannah non ha preso intenzionalmente la coincidenza per gli Stati Uniti – aveva spiegato la polizia –. Non ci sono prove di crimini, il suo è stato un allontanamento volontario”. Dopo la tragedia, la donna ha deciso di tornare e ha comunicato alla famiglia di trovarsi all’aeroporto di Los Angeles.