Il 13 dicembre è stato proclamato uno sciopero generale di 24 ore che coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati, con gravi disagi previsti per i cittadini. La protesta, indetta dall’Unione Sindacale di Base (Usb), avrà un impatto significativo sui trasporti, la scuola e la sanità. I pendolari subiranno i disagi maggiori, dato che saranno coinvolti nello sciopero i mezzi di Trenitalia, Italo e Trenord, nonché i mezzi pubblici delle principali città italiane, tra cui bus, metro e tram.
Oltre ai trasporti, lo sciopero interesserà anche il settore della sanità, con il rischio di disagi per chi deve accedere a prestazioni sanitarie, e il settore scolastico, con l’eventuale chiusura di scuole o riduzioni dei servizi offerti. Nonostante la precettazione del governo, che aveva cercato di ridurre lo stop a 4 ore per i trasporti, la mobilitazione durerà 24 ore, come annunciato dal sindacato.
Il Tar sospende la precettazione di Salvini: lo sciopero sarà regolare
La questione si complica ulteriormente dopo la decisione del Tar del Lazio, che ha sospeso l’ordinanza di precettazione firmata dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Inizialmente, Salvini aveva deciso di limitare lo sciopero dei trasporti a sole 4 ore, per cercare di ridurre i disagi per i cittadini, specialmente in un periodo vicino alle festività natalizie. Ma il Tar ha accolto la richiesta dell’Usb, sancendo che lo sciopero si terrà regolarmente e durerà 24 ore.
La risposta del sindacato Usb non si è fatta attendere: “Per una volta vincono i lavoratori e la democrazia“, ha dichiarato in una nota. La decisione del tribunale amministrativo ha reso vana l’azione del governo. Salvini ha commentato deluso la decisione, accusando il giudice del Tar di aver favorito caos e disagi per i cittadini. Il ministro ha anche ribadito l’intenzione di rivedere la normativa sul diritto di sciopero, un tema che continua a suscitare polemiche.
Salvini: “Necessaria una riforma della legge sul diritto di sciopero”
Le dichiarazioni di Salvini sul futuro della legge 146 del 1990, che regola il diritto di sciopero, hanno alimentato ulteriori discussioni. Il ministro ha detto che è necessario modificare la legge, per arrivare a una gestione più equilibrata degli scioperi, evitando che diventino una prassi quotidiana che danneggia soprattutto i cittadini. Il sindacato Usb ha risposto criticando le proposte di Salvini, affermando che qualsiasi intervento sulla legge dovrebbe avvenire in direzione opposta, così da garantire maggiori diritti ai lavoratori.
Secondo il sindacato, la vera ragione dietro le intenzioni di Salvini è quella di limitare gli scioperi, pur senza un adeguato investimento nelle risorse e nelle condizioni di lavoro. “La verità è che i servizi sono considerati essenziali solo quando servono a limitare gli scioperi, ma vengono poi trascurati quando si tratta di garantirne il finanziamento e la qualità“, ha dichiarato l’Usb.
Lo sciopero generale del 13 dicembre, quindi, non rappresenta solo una protesta contro le condizioni di lavoro, ma anche una sfida diretta alle politiche del governo in materia di diritto di sciopero, in un contesto che mette in contrapposizione la necessità di garantire i diritti dei lavoratori e la gestione delle disfunzioni nei servizi pubblici per i cittadini.