Il generale Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega, è stato scagionato dalle accuse di diffamazione legate al suo libro Il mondo al contrario. Oggi, il gup del tribunale militare ha dichiarato che nelle pagine del testo non vi è alcun oltraggio, per cui ha stabilito il “non doversi procedere, perché il fatto non sussiste“. La vicenda giudiziaria, che aveva suscitato molte polemiche, si è conclusa positivamente per l’autore del libro, con la decisione di non avviare un processo.
La controversia e l’imputazione coatta
La vicenda giudiziaria ha avuto un inizio tutt’altro che semplice. Inizialmente, la Procura militare di Roma aveva richiesto l’archiviazione del caso, ma il gip aveva deciso di imporre l’imputazione coatta, riaprendo le indagini. L’oggetto del contendere erano alcuni passaggi del libro di Vannacci, pubblicato nel 2023, che avevano suscitato critiche.
Nonostante le polemiche, il Gup ha deciso di archiviare il caso, considerando che le affermazioni contenute nel libro non erano da considerarsi diffamatorie. La difesa di Vannacci, aveva già respinto con forza le accuse, sostenendo che il presunto militare offeso non fosse mai stato identificato nel testo e non avesse mai presentato una denuncia formale.
Il libro e le polemiche
Il mondo al contrario è stato al centro di un ampio dibattito pubblico, soprattutto per alcune affermazioni contenute al suo interno. In particolare, il libro ha sollevato critiche per le posizioni del generale sulle tematiche legate all’omosessualità, generando un’onda di indignazione in diverse frange della società e della politica. Il tribunale militare ha comunque ritenuto che non vi fossero gli estremi per procedere con l’imputazione di diffamazione nei confronti di un commilitone.
Con questa sentenza, Vannacci esce dalla controversia giudiziaria con il suo nome pulito, mentre la discussione sul contenuto del suo libro continua ad alimentare il dibattito pubblico, soprattutto in ambito politico e sociale.