I due meccanici che avevano montato gli ultimi pezzi della moto andranno a processo, mentre il titolare della concessionaria è stato assolto. «Il fatto non sussiste», ha stabilito il gup Gianmarco Giua dopo una camera di consiglio di due ore. Il pm Davide Ognibene aveva chiesto sei mesi di condanna per omicidio colposo plurimo e il rinvio a giudizio per i due tecnici.
L’incidente, avvenuto il 20 agosto 2021 sulla provinciale 83 tra Baselga di Piné e Pergine, ha causato la morte di Sandro Prada e della figlia Elisa, di 50 e 13 anni. La moto, una Motron X Nord 125, sarebbe uscita di strada a causa di un bullone filettato mal avvitato, compromettendo il freno anteriore. L’assenza di un guardrail in quel punto ha fatto precipitare la moto in un dirupo di 15 metri, causando l’immediato decesso di entrambi.
La difesa dei meccanici, rappresentata dagli avvocati Daldoss, Pellegatti e Pinamonti, ha presentato consulenze tecniche di Marco Puliero (esperto Ducati) e Nicola Dinon. Questi sostengono che il montaggio fosse corretto e che la responsabilità risieda nella progettazione dei freni da parte della casa madre cinese, che non avrebbe fornito istruzioni adeguate. Il giudice, però, ha deciso per il rinvio a giudizio.
Il titolare della concessionaria, rappresentato dall’avvocata Chiara Graffer, è stato assolto con rito abbreviato. Il processo inizierà il 27 maggio. La famiglia delle vittime, già risarcita, non si è costituita parte civile.