La cantante iraniana Parastoo Ahmadi, arrestata per non aver indossato l’hijab durante un’esibizione trasmessa sui social media, è stata liberata: lo hanno reso noto fonti vicine all’opposizione iraniana, secondo quanto riporta il canale israeliano Abu Ali Express.
Parastoo Ahmadi, cantante iraniana, è stata arrestata per essersi esibita senza velo in un video pubblicato su YouTube, che ha raggiunto 1,4 milioni di visualizzazioni in appena due giorni. L’esibizione, definita “un concerto virtuale” e registrata in un antico caravanserraglio, ha attirato l’attenzione internazionale e acceso il dibattito sui diritti delle donne in Iran.
Ahmadi, che appare senza velo e con un abito nero che lascia scoperte le spalle, ha cantato in solitaria, violando due tabù imposti dal regime islamico: il divieto per le donne di esibirsi in pubblico e l’obbligo del velo. Prima dell’esibizione, la cantante ha dichiarato:
“Sono Parastoo, una ragazza che vuole cantare per la terra che amo con tutto il cuore. Questo è un diritto che non posso ignorare.”
Un atto di sfida accolto con repressione
Le autorità iraniane hanno subito reagito, presentando una denuncia contro Ahmadi e due membri della sua band, Ehsan Beiraghdar e Soheil Faghih-Nassiri, accusati di aver violato le leggi religiose e tenuto un concerto senza permesso. L’avvocato della cantante ha confermato che l’arresto è avvenuto per aver sfidato i codici di abbigliamento islamici.
La vicenda arriva in un momento di crescente tensione nel Paese, dove il regime sta per approvare una legge che inasprisce le pene per chi non rispetta l’obbligo del velo, includendo multe, carcere e, in casi estremi, la pena di morte.
Parastoo Ahmadi, simbolo della libertà
Ahmadi non è nuova a scontri con le autorità: nel 2022 era già stata denunciata per la canzone “Dal sangue dei giovani della patria”, ispirata alle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini. Quest’ultimo episodio ha trasformato la giovane cantante in un simbolo della lotta per i diritti e la libertà delle donne iraniane.
Nonostante la repressione, molte donne continuano a sfidare apertamente il regime, rinunciando all’hijab in segno di protesta. Il video di Ahmadi rappresenta non solo un atto artistico, ma anche una dichiarazione politica che ha galvanizzato l’opposizione alla Repubblica Islamica.