Non solo il figlio Hunter, prima di lasciare la Casa Bianca, il presidente Joe Biden starebbe valutando la concessione di altre “grazie preventive“. E, a leggere i nomi, qualcuno sottolinea come si intenda mettere uno scudo a tutti quelli che hanno lavorato al suo fiano nella gestione della pandemia. C’è un nome, infatti, che spicca più di altri, quello del dottor Anthony Fauci. Oltre al medico responsabile sanitario della gestione della pandemia da Covid 19, Biden vorrebbe concedere questo istituto giuridico straordinario anche a una serie di funzionari pubblici e politici che negli anni si sono scontrati con il presidente eletto Donald Trump, tra cui Liz Cheney, Adam Schiff e il generale in pensione Mark Milley. La grazia preventiva diventa ancor più controversa – come in questo caso – quando viene applicata a individui che non sono accusati né sospettati formalmente di alcun crimine. E allora perché questa mossa?
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Biden rischia così di stabilire un precedente preoccupante. Come commenta Roberto Vivaldelli su Money.it, “un presidente potrebbe utilizzare il potere di grazia non per correggere un’ingiustizia già perpetrata, ma per anticiparne una possibile, ipotetica o addirittura immaginata”. E qui, trattandosi, di tutto quello che è stata la pandemia, con le misure messe in atto e con gli obblighi vaccinali (Anthony Fauci è il massimo rappresentate di quell’era), si capisce bene che il tema è bollente. E tanto negli Stati Uniti, quanto in Europa, l’eco di questa decisione sta infiammando la polemica. Dopo la grazia di Joe Biden a suo figlio Hunter, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha detto che arriveranno altri perdoni presidenziali. C’è tempo fino al 20 gennaio. La notizia è stata data dal sito Politico.