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Cartelle esattoriali, quando e come si annullano senza rottamazione o prescrizione

Pubblicato: 17/12/2024 11:05
cartelle esattoriali

Ogni italiano, chi più chi meno, si ritrova ad avere a che fare, anche suo malgrado, con le cartelle esattoriali. E c’è una domanda che molti si fanno: le cartelle esattoriali si possono annullare anche senza prescrizione o rottamazione? La risposta è sì, ma vediamo come e in quali casi. Esiste una vecchia regola, non troppo conosciuta, che sfrutta il silenzio assenso. Una procedura permette ai cittadini di chiedere l’annullamento delle cartelle nel caso l’amministrazione tributaria non fornisca una risposta entro un determinato limite di tempo. Ma vediamo come funziona nel dettaglio e se questa pratica fa al caso tuo.
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Si tratta di una norma in vigore da oltre un decennio, ma di cui la maggior parte dei contribuenti non è a conoscenza. Come spiega Patrizia Del Pidio su Money.it, nel caso una cartella esattoriale richieda un pagamento non dovuto o illegittimo, il cittadino ha tutto il diritto di tutelarsi. La norma in questione riguarda il silenzio-assenso: “Qualsiasi contribuente che ritiene di aver ricevuto una cartella illegittima o di aver subito un’azione cautelare o esecutiva che non fonda le sue basi su una cosa reale, può sospendere immediatamente gli effetti della cartella o dell’azione inviando un’istanza all’agente della riscossione”. A questo punto, in base al comma 537 dell’articolo 1 della legge 228 del 2012, entrata in vigore dal 1° gennaio 2013, “una volta che il cittadino ha presentato l’istanza (entro 60 giorni dalla notifica dell’atto) l’agente di riscossione deve trasmetterla all’ente creditore entro 10 giorni”. E qui veniamo alle tempistiche.

L’ente creditore, entro 220 giorni dalla dichiarazione del debitore, deve fornire una risposta che confermi che la documentazione prodotta sia corretta o errata. La risposta in questione deve pervenire al debitore e all’ente di riscossione e deve prevedere lo sgravio del debito o la ripresa dell’attività di riscossione. Se l’ente creditore non fornisce una risposta all’istanza del debitore entro 220 giorni i debiti coinvolti dalla procedura sono annullati ed è previsto il discarico automatico degli stessi. Spiega Del Pidio: “La cosa fondamentale che va compresa è che l’annullamento dell’atto opera sia che il contribuente abbia fornito motivazioni corrette per non saldare il debito, sia che le motivazioni siano errate. A produrre l’effetto dell’annullamento dell’atto, infatti, non è che questo sia illegittimo, ma il fatto che l’ente creditore non abbia fornito una risposta entro i 220 giorni limite ed in questo caso, per la regola del silenzio-assenso il debito viene cancellato”.

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