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Negli ultimi giorni, il clamore mediatico sui presunti avvistamenti di droni nei cieli del New Jersey ha generato un fenomeno globale: migliaia di video, commenti e analisi hanno invaso i social network, mentre esperti autoproclamati si sono affrettati a offrire spiegazioni tanto semplicistiche quanto discutibili. Ora, secondo Fanpage, la questione sembra chiusa: bastava “alzare gli occhi al cielo” per rendersi conto che non si trattava di nulla di irregolare, solo aerei, droni registrati e suggestioni collettive. Ma è davvero così?
Le conclusioni troppo sbrigative
Fanpage, citando il New York Times (che peraltro ha pubblicato e continua a pubblicare articoli sulla vicenda) e il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale John Kirby, ha sottolineato come su 5.000 segnalazioni, solo 100 siano state sottoposte a indagini approfondite. La tesi conclusiva di Fanpage è che non ci sia nulla di nuovo sotto il cielo del New Jersey: le luci c’erano sempre state, solo che nessuno le aveva mai notate.
Questa narrativa sembra ignorare alcuni elementi fondamentali della vicenda. In primo luogo, se il caso fosse così lineare e banale, non si sarebbe generato un tale interesse mediatico, né sarebbe intervenuto il Consiglio di Sicurezza Nazionale. Ed è notizia di oggi che l’Amministrazione Biden ha deciso di inviare a New York un sistema di rilevamento avanzato per far luce sulla vicenda.
La base militare strategica chiusa per 4 ore a causa della presenza di droni misteriosi
Non solo: sempre citando esclusivamente fonti ufficiali, dopo settimane di avvistamenti su New Jersey, New York e Filadelfia, la notte tra venerdì e sabato lo spazio aereo sopra una delle basi aeronautiche più strategiche degli Stati Uniti, in Ohio, è stato chiuso per circa quattro ore a causa della presenza di questi “droni misteriosi”. Trattandosi di una decisione militare, è difficile ascriverla a “psicosi”.
“Nessuna delle incursioni ha avuto un impatto sui residenti, sulle strutture o sulle risorse della base”, hanno assicurato dalla Wright-Patterson Air Force Base di Dayton, ma nei giorni scorsi sono stati avvistati i velivoli senza pilota anche su altri siti militari tra cui il Picatinny Arsenal e la Naval Weapons Station Earle in New Jersey, oltre che su strutture statunitensi all’estero, come in Gran Bretagna il mese scorso.
Tenuto conto di queste informazioni ufficiali, e della dichiarazione della vice portavoce del Pentagono secondo cui non è chiaro a chi appartengano questi oggetti, liquidare migliaia di segnalazioni come “psicosi collettiva” o “condizionamento mediatico” sembra davvero un approccio riduttivo che non tiene conto della complessità del fenomeno e ignora le numerose testimonianze video e fotografiche.
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Un caso ancora aperto
Negli Stati Uniti, il dibattito è più acceso che mai. In un contesto geopolitico segnato da tensioni crescenti, con la Cina che utilizza droni e palloni spia e gli Usa che intensificano la sorveglianza dei cieli, minimizzare la questione appare quanto meno avventato. Non si tratta solo di droni commerciali o di luci di aerei: la presenza di tecnologie avanzate nei cieli statunitensi è una realtà che merita attenzione.
Inoltre, come ha dimostrato il caso di febbraio 2023, quando un pallone spia cinese è stato abbattuto sopra il territorio americano, fenomeni inizialmente derubricati come innocui possono rivelarsi tutt’altro. Fanpage nel suo pezzo cita anche Mick West, noto per il suo scetticismo nei confronti delle teorie cospirative, secondo cui “vedi qualcosa nel cielo, hai sentito storie sui droni, quindi pensi che sia un drone”. Un’affermazione condivisibile in linea teorica, ma che non può essere usata come chiave di lettura universale.
Come spiegare, per esempio, il volo di questi droni sul Campidoglio, evento ripreso e pubblicato in questi giorni in un video che sembra fra i più chiari visti sinora? Una teoria è che si tratti di esercitazioni militari americane, il che spiegherebbe perché gli oggetti vengano lasciati volare in zone con spazio aereo vietato al sorvolo, il cui scopo è mantenuto sotto il più stretto riserbo. Ma anche questa ipotesi andrà eventualmente confermata.
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La fretta di chiudere il caso
L’articolo di Fanpage sembra voler mettere un punto fermo su una questione che, come dimostrano le cronache dagli Stati Uniti, è tutt’altro che chiusa. Il caso dei droni in New Jersey non è stato risolto, e a dimostrarlo c’è un accesissimo dibattito che prosegue e che coinvolge anche il neo Presidente Trump. Il quale ha affermato che a suo parere l’amministrazione Biden “sa cosa sta succedendo, da dove partono e dove atterrano questi oggetti, ma non vuole dirlo”.
Il dibattito è ancora aperto e nessuno ha ancora offerto una soluzione definitiva. Parlare di suggestioni o di psicosi è un modo comodo per evitare di approfondire la questione, ma non basta a dissipare i dubbi. Se davvero si tratta solo di luci di aerei o di droni regolarmente registrati, le autorità dovrebbero essere in grado di fornire prove chiare e dettagliate. Al momento, nonostante i toni rassicuranti, ciò non è avvenuto.