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Aviaria, confermato il primo caso: “Il paziente è stato esposto a uccelli malati”

Pubblicato: 18/12/2024 18:46

Negli Stati Uniti cresce la preoccupazione per l’influenza aviaria H5N1, con il primo caso grave confermato in Louisiana. Si tratta di un paziente ricoverato con un’infezione severa, come annunciato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) il 13 dicembre. Dal mese di aprile 2024, i CDC hanno segnalato complessivamente 61 casi umani di influenza aviaria H5 nel Paese.

Secondo l’analisi genomica, il virus che ha infettato il paziente appartiene al genotipo D1.1, correlato a recenti focolai negli uccelli selvatici e nel pollame in Nord America. Questo è anche il primo caso negli Stati Uniti collegato a un allevamento di cortile. «Un caso isolato non è inaspettato», sottolineano i CDC, precisando che il rischio per la salute pubblica resta basso. Non sono state rilevate trasmissioni da persona a persona, e le precauzioni raccomandate includono l’uso di dispositivi di protezione e l’evitare contatti con animali malati o morti.

Parallelamente, uno studio della Stanford University ha evidenziato come il virus influenzale possa sopravvivere nel latte crudo a temperature di refrigerazione fino a cinque giorni, sottolineando l’importanza della pastorizzazione per prevenire rischi di trasmissione. Le autorità americane hanno disposto test a livello nazionale anche sul latte pastorizzato, considerando il potenziale pandemico del virus.

In California, due gatti domestici che avevano consumato latte non pastorizzato sono sospettati di essere stati contagiati dall’influenza aviaria H5, manifestando febbre e sintomi neurologici prima di morire. Le persone a contatto con gli animali sono sotto osservazione. «Questo caso è un ulteriore promemoria dei pericoli legati al consumo di latte non pastorizzato», ha dichiarato Barbara Ferrer, direttrice del dipartimento sanitario di Los Angeles.

In Italia, il ministro Luca Ciriani ha assicurato che il monitoraggio è costante. Grazie al sistema RespiVirNet, non emergono evidenze di trasmissione uomo-uomo, ma sono state fornite indicazioni per la gestione di casi sospetti e la sorveglianza su animali selvatici e lavoratori esposti.

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