Quanti di voi acquistano, da ormai diverso tempo, prodotti che riportano sull’etichetta la dicitura “senza zuccheri aggiunti”? Questa definizione balza subito all’occhio e immediatamente la percepiamo come sinonimo di maggiore qualità del prodotto, o che il prodotto è più “sano“. Ma è davvero così? E come va interpretata questa frase? In pochi, infatti, sanno cosa significa davvero e acquistano il prodotto “a scatola chiusa”. Il marketing, oggigiorno, è in tutto. Partiamo col dire che gli zuccheri sono fondamentali per la salute, ma ovviamente entro certi limiti. Se è vero che servono al nostro organismo per produrre energia e per attivare precisi processi corporei, è altrettanto vero che assunti in abbondanza o in modo sbagliato possono portare all’insorgere di patologie cardiovascolari, obesità e diabete di tipo 2. Per questo è importante non esagerare con le dosi. Quasi tutti i cibi, dunque, al loro interno presentano in modo naturale una certa quantità di zucchero, ma negli alimenti trasformati o in quelli – come vengono chiamati – ultraprocessati, vengono aggiunti anche gli zuccheri addizionati. Cosa sono? E qui torniamo alla definizione di “senza zuccheri aggiunti”. Capiamoci qualcosa in più.
Leggi anche: Google Maps: ecco come attivare l’avviso sugli autovelox
Quando leggiamo “senza zuccheri aggiunti” su un’etichetta, è bene sapere che gli zuccheri in questione non sono altro che quelli addizionati e vanno consumati con parsimonia per evitare di mettere a rischio la salute. Si tratta di una combinazione di zuccheri semplici (come ad esempio glucosio, saccarosio o fruttosio) presente nei cibi industriali per migliorarne la consistenza e il sapore e per allungarne i tempi di conservazione. Tra gli zuccheri aggiunti più comuni ci sono anche lo sciroppo di mais (ad alto contenuto di fruttosio), lo sciroppo di agave (un mix di 70-90% di fruttosio e 10-30% di glucosio) e i dolcificanti, apprezzatissimi da chi deve tenere sotto controllo l’apporto di caloria e le concentrazioni di glicemia.
È importante leggere l’etichetta per non rischiare di assumerne quantità superiori rispetto a quanto ne abbia bisogno il corpo! Per cibi ultraprocessati, dove è facile trovare una grande quantità di zuccheri aggiunti, si intendono ad esempio merendine confezionate e succhi di frutta, salse, yogurt o prodotti come gli hamburger.
Qui un ulteriore approfondimento per chi volesse saperne di più.