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Va in coma e si ritrova… iscritto al Pd! L’assurda storia di Giovanni fa discutere

Pubblicato: 18/12/2024 09:37

Tesserato al Pd senza saperlo: un episodio che colpisce i democratici di Avellino e non è certo il primo. Nel novembre del 2021, il Partito Democratico, allora sotto la leadership di Enrico Letta, aveva deciso di fermare oltre 2.500 domande di iscrizione a seguito di «numerose irregolarità nel tesseramento della Federazione di Avellino sulla piattaforma online del partito». Questa volta, però, la situazione è ancora più drammatica, poiché l’uomo iscritto senza il suo consenso è Giovanni Mista, che ha trascorso un lungo periodo in ospedale. A fare denuncia è stata la moglie, Cristina Gabriella Monteanu, che vive a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino.
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«Mio marito – spiega – non ha potuto firmare la tessera del Pd, poiché durante il periodo di tesseramento era ricoverato in ospedale. È stato in coma per due mesi a causa di un ictus, per poi essere trasferito in una clinica di riabilitazione. Non so chi abbia firmato e pagato per la tessera, ma qualcuno ha utilizzato i suoi dati per iscriversi, senza che noi ne fossimo a conoscenza, per motivi politici personali. Quando ho scoperto per caso la cosa, ho richiesto spiegazioni, ritenendo fosse il minimo in una situazione così surreale. Ho contattato il segretario del circolo Pd, il quale, dopo avermi confermato l’iscrizione di mio marito, ha inizialmente attribuito la responsabilità al sindaco, per poi ritrattare, affermando che i nomi erano stati presi dalle liste degli anni passati, senza alcuna volontà o consenso.

Una vicenda che provoca ancora più amarezza per il momento difficile che vive la sua famiglia. «Ci siamo sentiti usati. Loro pensavano- aggiunge Cristina Gabriella – di essere tranquilli perché mio marito non poteva chiedere spiegazioni. Ritenevano di avere la strada libera perché sono straniera e perché pensavano che non mi sarei interessata della vicenda. Ma non è assolutamente così. Ho chiesto chiarezza per difendere la libertà di espressione di mio marito, ma ancora oggi i chiarimenti non sono arrivati». Oltre a Giovanni, però, ci sarebbero anche altre persone ignare di essere intestatarie di una tessera del Pd. «Quello di mio marito non è un caso isolato. Anche una mia amica è stata iscritta assieme ai suoi due fratelli, a sua insaputa. E non solo. Credo che ormai siamo alla frutta, perché per interesse politico non ci si ferma nemmeno di fronte alle difficoltà gravi di una famiglia. Nel nostro caso è già la seconda volta. Lo volevano far assumere come operaio interinale, mentre lui era in coma, forse per lavarsi la coscienza».

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